“Posso fare una proposta? Mandiamo i baraccati negli alberghi e i migranti nelle baracche? Non sarebbe giusto dopo 110 anni dare un tetto dignitoso ai messinesi e tenere qualche anno i migranti nelle baracche, ma una cosa del genere farebbe indignare tutto il mondo e i benpensanti. Ma dei messinesi nelle baracche il mondo e i moralisti a senso alternato se ne fregano altamente perché non fa notizia”.

Lo scrive provocatoriamente su Facebook il sindaco di Messina Cateno De Luca riferendosi ai migranti scesi dalla nave Diciotti e portati nella città dello Stretto.

“Nessuno mi ha avvertito dell’arrivo dei migranti all’hotspot di Messina – aggiunge – Vuol dire che i sindaci sono buoni solo per prendersi le denunce per le scuole prive di verifica sistemica e prive delle elementari norme antincendio mentre
sulle politiche di ammasso dei migranti non hanno alcun diritto di parola. Mi chiedo perché oltre 10 mila persone possono continuare a stare nelle baracche sotto l’amianto con bambini che giocano tra le fogne e i ratti ed i migranti possono stare in strutture migliori ivi incluso gli alberghi”.

“I primi cento migranti sui 143 complessivi, che si trovano all’Hotspot di Messina, potrebbero essere trasferiti già domani nelle strutture che la Chiesa ha messo a disposizione. Attendiamo però prima la conferma del Ministero”. Lo dicono fonti della Prefettura di Messina. Nella città dello Stretto vi sono 143 persone che erano sulla nave Diciotti della guardia costiera rimasta ormeggiata 5 giorni a Catania.

“Al via l’indagine sulla regolarità dell’hotspot di Bisconte a Messina. Tra cinque giorni
sapremo se si tratta di una struttura regolare o abusiva” aggiunge De Luca che per avere una risposta a questa domanda ha incaricato l’assessore comunale all’Edilizia Pubblica e Privata Salvatore Mondello di chiedere “chiarimenti” al dirigente per la repressione dell’abusivismo.

“Se non avrò chiarimento al più presto dagli organi preposti sarò costretto ad emettere ordinanza di sgombero e demolizione dell’hotspot”, aggiunge De Luca.