Prima che qualcuno ce la bisbigli durame un’afosa “vasca” in corso Umberto, la notizia – come da manuale del pettegolezzo – arriva dal concierge di un hotel apparentemente imperturbabile nella sua divisa.

«Qui. per moralizzare Taormina, sta arrivando un uomo che ha fatto tremare tutti i potenti della Sicilia”.

La curiosità, per deformazione professionale, non va mai in ferie: fuori il nome. È lo stesso che, poco dopo, un malizioso pezzo grosso dell’imprenditoria definirà «la dimostrazione, in carne e ossa, che questa città è diventata il cassonetto per la raccolta differenziata dei riciclati della politica siciliana”.

Si tratta, come scrive la Sicilia di Catania, di Antonio Fiumefreddo. Che il sindaco Mario Bolognari vorrebbe alla guida di Asm, l’Azienda servizi municipalizzati, sgangherata partecipata al 100% dal Comune di Taormina.

L’ex grande capo di Riscossione Sicilia è l’uomo scelto dal primo cittadino per quella che viene definita «una missione impossibile». L’Asm è la società che in città gestisce di tutto: dai redditizi parcheggi multipiano alla funivia, dal trasporto urbano all’illuminazione pubblica, dall’acquedotto al centro fieristico Palalumbi.

In teoria dovrebbe essere una macchina mangiasoldi. in pratica la società, ufficialmente in liquidazione dal 2011, è un pozzo di debiti senza fondo. Di più, «è diventata un cancro», come sostiene il sindaco Bolognari.

Su Asm si fanno «chiacchiere inutili» da anni. “Va fatta un’operazione verità”, uno dei primi impegni del sindaco, vecchio ex comunista tutto d’un pezzo.

E adesso Bolognari punta su Fiumefreddo dicono, per “revocare la liquidazione, rianimare l’azienda e rimetterla in bonis”. Uno “specialista”, l’avvocato catanese.

Già sovrintendente del Teatro Bellini nell’era di Raffaele Lombardo, prima di essere chiamato da Rosario Crocetta prima al vertice di Sicilia Patrimonio Immobiliare (assieme al governatore firmò la denuncia-shock sul piano predatorio» di svendita dei palazzi della Regione e dichiarò guerra a Montepaschi e poi a Riscossione Sicilia, dove parti la sua crociata contro i “morosi potenti”, dai deputati regionali agli imprenditori in odor di mafia, prima di essere platealmente defenestrato all’Ars con il voto favorevole dello stesso Crocetta che più volte fu in procinto di nominarlo assessore.

Da sempre vicino al l’ex senatore Beppe Lumia, Fiumefreddo è stato più volte il legale di Antonello Montante ex leader di Confindustria Sicilia condannato a 14 anni per corruzione.

“Mai fatto parte di sistemi o cerchi magici», la sua versione all’Antimafia dell’Ars. Nell’inchiesta di Caltanissetta, lo studio del penalista catanese fu perquisito dalla Mobile. “Cercano il videohard con cui Montante ricattava Crocetta”, dissero le malelingue. Nessun riscontro, ovviamente.

E adesso Fiumefreddo torna in pista. “Mi hanno chiamato ho incontrato più volte il sindaco Bolognari. persona perbenissimo, e in un’occasione anche i consiglieri di maggioranza”, conferma a La Sicilia il diretto interessato. Che non ha certo paura della sfida di rimettere in sesto un carrozzone con decine di milioni di debiti. «Ho dato la mia disponibilità, ma a due condizioni. La prima è avere mano libera e zero pressioni dalla politica. La seconda è che sia un incarico a tempo, legato al raggiungimento degli obiettivi”.

Ecco, la second life del Don Chischiotte delle cartelle esattoriali potrebbe partire da qui. Se Fiumefreddo, nella Perla, sarà un novello Torquemada o un azzardo politico-mediatico lo diranno i fatti, eventualmente.

Articoli correlati