Riceviamo e pubblichiamo la replica del direttore del Parco Archeologico di Naxos, Vera Greco, alle dichiarazioni del professor Philippe Pergola all’interno dell’articolo sul degrado del parco.
“Con sgradita sorpresa apprendo dalla stampa che il prof. Philippe Pergola ha usato parole ed aggettivi veramente gravi per descrivere le sue impressioni sulla recente visita al Parco Archeologico di Naxos. È evidente che non possediamo la bacchetta magica, ma se nelle condizioni disagiate in cui si trova la struttura amministrativa del Parco, vengono portate avanti azioni a 360° su tutti i siti, dal Teatro Antico ad Isola Bella, allora veramente possiamo essere fieri e orgogliosi di tutto quello che stiamo facendo e che a volte rasenta l’impossibile”.
“Se il professore avesse avuto la bontà magari di avvertirmi della sua visita – continua Vera Greco – dandomi così l’opportunità di spiegare cosa è stato fatto in questo ultimo anno dal mio insediamento, o se invece fosse arrivato in visita appena un anno fa vedendo il Parco cosparso di una fitta coltre di rovi alti anche 6 metri, certamente avrebbe usato parole di plauso per le azioni fatte, queste sì straordinarie, soprattutto se consideriamo il breve lasso di tempo e la mancanza di risorse fino allo scorso maggio”.
Il direttore Vera Greco risponde punto per punto alle critiche mosse del professor Pergola che nell’articolo parla di “degrado assoluto del parco”. “Ma come certamente comprende il professor Pergola – continua il direttore del Parco Archeologico di Naxos – le cose richiedono il loro giusto tempo per essere realizzate, soprattutto partendo da situazioni ampiamente più critiche e disastrose di quelle odierne, come testimonia una ricca documentazione fotografica che posso fornire. Condizioni riferite ovviamente a tutti i siti del Parco (Teatro Antico, Isolabella, Francavilla e Villa Caronia) che sono state e sono continuamente affrontate con grande abnegazione, lavoro e passione, tanto da aver prodotto i ben noti risultati che tra breve presenteremo in un libro che illustra la straordinaria risposta alla sfida del G7 di Taormina». Le immagini del Teatro Antico, il simbolo del summit internazionale di Taormina dello scorso maggio, hanno fatto il giro del mondo ma pochi conoscono il lavoro di restyling che c’è stato dietro. «Sappiamo bene di cosa abbia bisogno il Parco Archeologico di Naxos, e per questo stiamo lavorando, dal primo istante in cui mi sono insediata, a vari progetti, come ad esempio un masterplan dove le azioni sono tutte collegate in un’unica vision progettuale, integrata tra tutela, valorizzazione e coinvolgimento degli attori locali, e dove ogni intervento è strutturato con un concorso di architettura in modo da potersi allineare allo standard progettuale qualitativo europeo ed internazionale, cosa che in Italia, non è certo la regola”.
Il Parco Archeologico di Naxos, come ben riporta l’articolo a firma della giornalista Silvia Mazza, è al quarto posto nella classifica di «Il Giornale dell’Arte» e «The Art Newspaper» dei complessi archeologici più visitati in Italia nel 2016, con 748.583 presenze, dopo Colosseo, Pompei e Arena di Verona, e primo in Sicilia, davanti alla Valle dei Templi. «Se la critica è inquadrata in questo contesto – conclude il direttore del Parco Archeologico di Naxos – ringraziamo il professore per aver sancito il grande lavoro fatto finora, e lo rassicuriamo perché il nostro febbrile impegno continua, nonostante le avverse condizioni strutturali di partenza, proprio per raggiungere i risultati che ci siamo prefissati, e che per fortuna, invece, vengono continuamente riconosciuti da coloro che sanno bene le condizioni disastrose di partenza del Parco, come ad esempio ultimo in ordine di tempo, un articolo apparso sul giornale veneto online “Losangelinews”, certamente tutt’altro che tenero nei confronti di un’isola la cui immagine è sempre negativa e criminalizzata».
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