L’Argimusco, la Stonehenge siciliana nota in tutto il mondo, potrebbe entrare a far parte dei siti considerati patrimonio dell’Umanità e divenire così punto di riferimento internazionale in ambito archeologico, astronomico e storico culturale.
Verrà eseguito difatti, nei prossimi giorni, uno studio nell’area dove sono presenti imponenti rocce antropomorfe e geomorfe da parte di professionisti e ricercatori internazionali di varie discipline provenienti da 32 paesi diversi. Si tenterà di avvalorare tesi scientifiche di rilevante importanza sulle origini e l’evoluzione del luogo, e questo servirà, tra l’altro, a promuovere la candidatura all’Unesco.
La Conferenza, promossa dall’Icahm (Comitato Scientifico Internazionale per la Gestione del Patrimonio Archeologico) e dall’Icomos (consulente professionale e scientifico della Commissione Unesco) è un evento di portata scientifica e culturale internazionale, che prevede la partecipazione di professionisti e ricercatori geologi, archeologi, ricercatori, esponenti di università ed enti di ricerca italiani e stranieri, rappresentanti di istituzioni e studiosi provenienti da ogni continente.
Durante l’avvenimento, organizzato dall’Icham, e dal Comune tirrenico con il patrocinio dell’Unesco. che si svolgerà dal 24 al 28 ottobre al Castello medievale di Montalbano Elicona (Me), si tratteranno temi distintivi che riguardano diversi approcci alla gestione del patrimonio: impegno comunitario, cambiamento climatico e rapido cambiamento del paesaggio, turismo del patrimonio, archeoastronomia, continuazione dell’iniziativa Africa- workshop, tecnologie non invasive.
Gli studiosi il prossimo 24 ottobre, durante una giornata di lavoro dedicata, analizzeranno l’Argimusco dalle 9 alle 17, e questo permetterà loro di valutare eventuali ipotesi scientifiche sul sito. In particolare, saranno abilitati per lo studio dell’Argimusco trenta studiosi internazionali, tra i quali esperti della European Space Agency, del German Archaeological Institute (DAI), del Cultural Site Research and Management, dalla Queens University Belfast, e della Otto-Friedrich University Bamberg, che utilizzeranno per lo studio del territorio tecnologie non invasive di telerilevamento usate nelle ricerche e valutazioni archeologiche. I dati che saranno raccolti ove verranno testate alcune tecniche non invasive per lo studio dei siti naturalistici ed archeologici, con la partecipazione dell’Agenzia Spaziale Europea, serviranno a mappare l’Argimusco, per ricerche ulteriori e per lo sviluppo del sito.
Alla cerimonia di apertura il giorno dopo il 25 ottobre alle 10, parteciperanno tra gli altri, il Presidente Icahm John Peterson, un componente della Commissione Nazionale Unesco Raymond Bondin, il Sindaco di Montalbano Elicona Filippo Taranto, il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, il Direttore del World Heritage Centre Unesco Mechtild Rössler, l’Assessore Beni Culturali e Identità Siciliana Sebastiano Tusa, l’assessore delle Infrastrutture della Regione Siciliana, Marco Falcone, il Presidente Icomos Italy, Pietro Laureano, il direttore generale Iccrom, Webber Ndoro e l’autore del libro “Megaliti di Sicilia” Gaetano Pantano.
Durante la prima giornata si discuterà anche di “Messina e la sua Città Metropolitana: arte, artigiani ed eccellenze” e saranno inaugurate due mostre (curatori: Alessandro La Motta e Fulvia Toscano): “Lighea”, un tributo a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de “Il Gattopardo” e “Tradurre la Bellezza”, dedicato alla traduzione delle poesie Greche da parte di Salvatore Quasimodo, uno dei più importanti scrittori italiani, nel 50esimo anniversario dalla sua morte.
Dalle 19 alle 23 serata di gala al Castello offerta dal Comune di Montalbano Elicona e da Confcommercio Messina, con la partecipazione della Città Metropolitana di Messina.
L’Argimusco è un affascinante complesso di megaliti che si trova a Montalbano Elicona intorno ai quali aleggia ancora un’aura densa di mistero. Sono un gruppo di grandi rocce di arenaria quarzosa, che svettano sugli oltre mille metri di altitudine dell’altopiano modellati in forma curiosa e suggestiva. La tradizione popolare riconduce questi megaliti all’opera di popolazioni preistoriche: si tratterebbe quindi di antichi menhir e dolmen. Ma i geomorfologi e gli archeologi propendono piuttosto per una loro origine assolutamente naturale, dovuta in particolare all’erosione eolica. Tali rocce però mostrano segni che, a detta di altri studiosi, testimonierebbero almeno una attenzione dell’uomo nei loro confronti riconducibile ad attività di osservazione del cielo e a qualche pratica rituale forse legata ai cicli delle stagioni e ai principali fenomeni astronomici dell’anno. Il luogo è diventato meta di appassionati di archeoastronomia e di turisti. Le curiose forme dei megaliti e le atmosfere naturali mozzafiato che vi si respirano, certo contribuiscono a rendere l’Argimusco un luogo di assoluto interesse.
Icham è il Comitato scientifico internazionale per la gestione del patrimonio archeologico che consiglia Icomos e il Comitato del patrimonio mondiale su questioni che riguardano tutti gli aspetti della gestione dei siti e dei paesaggi archeologici.
L’Icham, seguendo il mandato della World Heritage Convention, è interessata non solo ai siti del patrimonio mondiale ma anche a quelli che vengono considerati per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. Icahm è unico per la sua attenzione allo sviluppo e alla diffusione di standard e pratiche di gestione delle risorse culturali internazionali efficaci ed efficienti e collabora con organizzazioni internazionali, nazionali, regionali e locali.
(foto in evidenza di Emilio Messina)
Commenta con Facebook