L’atteso via libera ambientale al Ponte sullo Stretto è arrivato perfino prima di quando atteso. Il via libera del Ministero dell’Ambiente è stato comunicato dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini dopo che il suo ministero, il Mit, ha ricevuto la notifica della decisione finale.
“Una notizia di straordinaria importanza, un altro fondamentale passo in avanti” la definisce il leader della Lega.
Il via libera ambientale al Ponte
Il via libera è arrivato dalla cosiddetta commissione Via, composta da esperti per la Valutazione dell’Impatto Ambientale. In particolare la commissione aveva deciso di approfondire l’incidenza ambientale di tre specifici siti, considerati inizialmente a rischio di impatto non mitigabile. E’ quindi stata chiesta ulteriore documentazione alla società Stretto di Messina. Esaminati i dettagli del progetto è poi arrivato il via libera.
Iter prosegue verso il passaggio di finanziamento al Cipess
Di fatto l’iter appare ora spianato per l’esame definitivo del progetto esecutivo da parte del Cipess prima di entrare nella fase operativa
“Adesso, dopo l’impegnativo lavoro svolto dalla Commissione di Via del Mase, sarà possibile da parte del Mase attivare le comunicazioni all’Ue previste dalla direttiva Habitat” dice l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, che già qualche giorno fa aveva dettato il cronoprogramma prevedendo questo passaggio entro fine maggio.
“Un altro fondamentale passaggio completato che avvicina il progetto del ponte all’approvazione da parte del Cipess – ha aggiunto Ciucci -. Mai nella storia del ponte era stato raggiunto un traguardo così importante”.
Il governo vaneggia
“L’ok del Mase al ponte sullo Stretto con la firma di Pichetto Fratin al parere della commissione Via-Vas poggia su basi vaneggianti: il ministero dell’Ambiente avrebbe preso atto che all’opera non c’è alternativa, quando lo sanno pure le cernie che nuotano nello Stretto che l’alternativa c’è ed è il rafforzamento dell’attraversamento dinamico sia per i treni che per i mezzi su gomma” sostiene in una nota il deputato M5s Agostino Santillo.
Per l’esponente 5 stelle si tratterebbe di “Una soluzione più immediata e meno dispendiosa. Attendiamo con trepidazione di leggere come siano stati sciolti i nodi ingegneristici, geofisici, geologici e ambientali contenuti nelle famigerate 62 prescrizioni”.
Ora basta questo gioco a nascondino
“Una cosa è certa: se e quando avverrà il passaggio al Cipess, Meloni dovrà metterci la faccia. Finora se ne è stata zitta per tenere buono l’alleato Salvini, ma adesso dovrà prendersi le sue responsabilità, spiegare perché coi costi triplicati rispetto al 2011 non si è andati a gara, chiarire perché a Cannitello costruiremo un pilone alto 400 metri sopra una faglia attiva e come si risolverà il problema del “gigantismo” navale. Infine, dovrà informarci se davvero l’infrastruttura sarà messa sotto l’ombrello del piano di riarmo Ue come “strategica”. Piano che la Lega avversa. Il “nascondino” della premier è finito” conclude Santillo.
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