Negli ultimi tre anni sono 56 gli agenti penitenziari che si sono suicidati, e 49 i detenuti che si sono uccisi in cella nel 2017. Lo ricorda Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione ‘Antigone’ che si batte per i diritti nelle carceri.

“Ogni suicidio è sicuramente una storia a sé, un gesto individuale di disperazione – aggiunge – Detto questo, ogni suicidio è anche il fallimento di un processo di conoscenza e presa in carico della persona. I suicidi non si prevengono con la sorveglianza asfissiante ma con i colloqui individuali, il sostegno psicosociale, la liberalizzazione delle telefonate, la sorveglianza dinamica, l’umanità del trattamento”.

Secondo Gonnella “vanno chiusi tutti i reparti di isolamento di fatto o di diritto a partire dal carcere romano di Regina Coeli. Tutti i detenuti devono stare almeno 8 ore fuori dalla cella”.

“Siamo convinti – dice ancora – che con la riforma della legge penitenziaria, che speriamo arrivi presto, la vita in carcere potrebbe essere meno dura di quello che è oggi. E che sia meno dura anche per lo staff penitenziario tutto, ivi compreso il personale di polizia”.

“Il suicidio di un agente a Tolmezzo, il cinquantaseiesimo negli ultimi tre anni – sottolinea Gonnella – al di là delle motivazioni personali, è un grido di allarme verso le istituzioni. Va assicurato prestigio sociale ed economico a tutti gli operatori penitenziari. E vanno subito assunti giovani direttori, educatori, assistenti sociali e psicologi. In questo modo ci sarà anche meno carico sui poliziotti”.

‘Antigone’ ricorda come il sovraffollamento negli istituti di pena in Italia continua a crescere. A fine novembre i reclusi risultano aver superato quota 58 mila con un affollamento del 115,1%. Nello stesso periodo del 2016 i detenuti erano 4 mila in meno.

Lo rileva l’associazione Antigone che si batte per i diritti nelle carceri. I cinque istituti più affollati risultano essere: Lodi, con un affollamento del 204,4%, Larino 195,3%, Como 194,8%, Brescia 183,3% e Bergamo 183,2% I detenuti stranieri risultano essere il 34,2% concentrati, per la maggior parte, in cinque istituti: Bolzano, Arbus is Arenas, Imperia, Trento e Rovigo. Secondo i dati di Antigone, inoltre, il rapporto medio detenuti-agenti è in media 1,7. Il rapporto medio detenuti-educatori è di 77,4.