8 agosto. Domenico di Guzmán, Domingo o Domínico in spagnolo (Caleruega, 1170 – Bologna, 6 agosto 1221), è stato un presbitero spagnolo, fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori. Domenico fu canonizzato da Papa Gregorio IX il 13 luglio 1234 nella Cattedrale di Santa Maria Assunta a Rieti. Attualmente è celebrato il giorno 8 agosto.
Il suo corpo, dal 5 giugno 1267, è custodito in una preziosa arca marmorea, presso l’omonima basilica di Bologna.

L’assalto al treno postale Glasgow-Londra, noto come “the great train robbery” (la grande rapina del treno), avvenne l’8 agosto 1963 presso il ponte ferroviario Bridego Railway Bridge, Ledburn, nel Buckinghamshire a nord-ovest di Londra. Con un bottino di circa 2,6 milioni di sterline (quasi 3 milioni di euro al cambio odierno) è stato uno dei furti di denaro più consistenti della storia d’Inghilterra. La maggior parte del denaro della rapina non fu mai recuperata. Il colpo fu studiato per un anno intero da Ronnie Biggs (34 anni) e realizzato con la complicità di 14 criminali reclutati ad uno ad uno. Il piano prevedeva di fermare il treno postale in aperta campagna, manomettendo un segnale. E così fu fatto: un’azione facile facile, senza violenza, in tempi rapidissimi. Ma avendo lasciato troppe tracce, vennero rapidamente arrestati e rinchiusi nella prigione di Wandsworth. Anche la mente del colpo, Ronald Biggs, finì in manette. Riuscì però a scappare. Dopo essersi rifugiato a Parigi si fece cambiare i connotati da un chirurgo estetico e scappò in Australia con la moglie. Sulle sue tracce si mise Jack Slipper che lo individuò in Australia. Ma Ronnie Biggs lo anticipò riparando in Brasile dove, dopo aver messo incinta una giovanissima spogliarellista, si lasciò catturare senza opporre ulteriori resistenze, sapendosi protetto dalla legge brasiliana contro l’estradizione in quanto padre di un minore.

Marcinelle (Belgio), miniera di carbone Bois du Cazier, mattina del 8 agosto 1956: inferno di fuoco.
L’incendio, è stato accertato, fu provocato dalla combustione di olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica. L’incendio, sviluppatosi inizialmente nel condotto principale di entrata dell’aria, saturò di fumo tutte le gallerie, provocando la morte di 262 minatori dei 274 presenti, più della metà (136) erano emigranti italiani.
L’incidente è il terzo per numero di vittime tra gli italiani all’estero dopo i disastri di Monongah (Virginia Occidentale-Stati Uniti, 6 dicembre 1907, morirono 171 minatori italiani) e di Dawson (Nuovo Messico-Stati Uniti, 22 ottobre 1913, deceduti 146 minatori italiani) . L’8 agosto il Ministero di giustizia avviò la prima inchiesta. Il 25 agosto, il ministro dell’economia Jean Rey creò la sua commissione d’inchiesta, alla quale presero parte due ingegneri italiani, Caltagirone e Gallina del Corpo delle Miniere Italiane. Anche la confederazione dei produttori di carbone attivò un’inchiesta amministrativa. Queste tre inchieste dovevano fare “pienaluce” su quanto e perché era accaduto nel pozzo St. Charles di Marcinelle il mattino dell’8 agosto 1956. Nessuna di queste istituzioni mantenne davvero la promessa di fare “piena luce”. Diciamo che accesero un cero.  Il sito Bois du Cazier, oggi dismesso, fa parte dei patrimoni storici dell’Unesco.