Un omosessuale è stato violentato e picchiato dai talebani. Lo racconta il DailyMail.

L’uomo, che non è stato identificato, è stato attirato fuori dal luogo in cui si stava nascondendo, a Kabul, da due combattenti talebani che si sono spacciati per amici, offrendo un passaggio sicuro fuori dal Paese. Invece, i talebani hanno picchiato e violentato l’uomo quando si è presentato per incontrarli. Poi, hanno ricavato il numero di telefono del padre così da informarlo che il figlio è omosessuale.

Si tratta di un altro esempio delle brutalità in atto dei miliziani talebani, nonostante i capi dicano dalla presa della capitale che saranno più moderati. I talebani, inoltre, sono già accusati di concedere con la forza le ragazze da 12 anni in su ai combattenti come schiave sessuali e di eseguire esecuzioni sommarie contro chiunque sia sospettato di avere aiutato le forze occidentale durante la guerra.

Il destino dell’uomo è stato rivelato da Artemis Akbary, un attivista per i diritti afghani che ora vive in Turchia e che ha detto a ITV News di essere stato in contatto con lui.

Akbary ha raccontato che quest’aggressione è solo un primo esempio di come sarà la vita degli omosessuali sotto il dominio dei talebani che «non sono cambiati perché la loro ideologia non è cambiata».

«I miei amici in Afghanistan sono spaventati, non sanno cosa accadrà loro in futuro, quindi stanno cercando soltanto di nascondersi», ha aggiunto.

Con il ritiro definitivo degli americani dall’Afghanistan, ora si teme che i talebani applicheranno ancora più severamente le leggi islamiche estremiste.

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