“E’ in atto un serio rischio di monopolizzazione del grano Senatore Cappelli, un grano di grande qualità, di proprietà dello Stato italiano, che rappresenta un patrimonio collettivo degli agricoltori del Sud Italia ed è tra le varietà più apprezzate e pagate dal mercato. La società SIS di Bologna ha ottenuto l’esclusività e oggi ci arrivano molte segnalazioni che questa posizione di forza si sia trasformata in un vero e proprio monopolio. La Sis inoltre fa capo al presidente di Coldiretti Emilia Romagna Mauro Tonello, una commistione inopportuna tra funzione sindacale e business”. A denunciarlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao che, raccogliendo le istanze degli attori della filiera, sta depositando un’interrogazione alla Commissione Europea.

“L’azienda SIS – spiega Corrao – avrebbe introdotto alcune condizioni che le consentirebbero di scegliere se e a chi vendere i semi, impedendo alle imprese di coltivare e vendere liberamente e costringendole di fatto a rivendere il grano alla stessa SIS. Insomma, chi vuole comprare il seme, paga la royalty e poi non può vendere il prodotto a chi vuole. Come è stato possibile? E’ stato il CREA, ente pubblico, che ha concesso l’esclusività alla SIS per la moltiplicazione e la commercializzazione di questa varietà, e così facendo ha favorito di fatto la creazione di una filiera monopolistica. Tutto questo ha creato un danno per parecchi milioni di euro alla cerealicoltura di qualità del nostro paese e alle centinaia di agricoltori e imprese di trasformazione che prima dell’affidamento in esclusiva potevano realizzare quelle filiere produttive da tutti auspicate affossate da una gestione di SIS che avvantaggerebbe la sua filiera. Per questo ho interrogato la Commissione Europea, al fine di spingerla ad occuparsi del tema e a verificare l’effettiva esistenza di una forma di privatizzazione strisciante e il rispetto delle norme sulla libera concorrenza. Noi riteniamo che questa situazione, negata dall’ex Ministro Martina, sia pericolosa e necessitino opportune verifiche”.

“Se fosse così – sottolinea ancora Corrao – il comportamento della SIS e anche del CREA sarebbe fortemente scorretto e dannoso. Qui non stiamo parlando di un brevetto o di una varietà nuova su cui dei privati hanno investito le proprie risorse finanziarie e cercano di recuperare l’investimento sul mercato ma, piuttosto, potremmo essere di fronte alla svendita del patrimonio pubblico ad un solo soggetto libero di imporre le proprie condizioni” – conclude Corrao.