Massimo Clementi, direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano, intervistato dal Corriere della Sera, a proposito dello stato di salute di Silvio Berlusconi, ha affermato: «Niente ossigeno, è in terapia con Remdesivir, nel tampone del Cavaliere era presente un’alta carica virale».

Clementi ha spiegato che il Remdesivir «è stato sviluppato per combattere il virus Ebola, non è specifico per il nuovo coronavirus, ma funziona anche in questo caso, se utilizzato nelle fasi precoci. È una terapia che può essere somministrata solo in ospedale ed è per questo che si è ritenuto necessario il ricovero al San Raffaele di Berlusconi: è indispensabile, infatti, monitorare, passo dopo passo, gli effetti di questo trattamento».

L’esperto ha aggiunto che «la scelta di questo trattamento testimonia che l’infezione è limitata a una replicazione virale. In altre parole, Berlusconi non è andato incontro alla famosa tempesta citochinica. Sta solo combattendo contro il virus e dal punto di vista respiratorio le cose stanno andando bene».

Berlusconi è comunque un paziente di tipo ‘fragile’: «Ha avuto problemi alla prostata e al cuore – ha dichiarato Clementi – I clinici devono tenere conto anche di questo. Era costantemente monitorato ed eseguiva tamponi regolarmente. Dopo tanti esami negativi, l’ultimo, la settimana scorsa, si è rivelato positivo e con una carica virale alta. E questo è stato un elemento che ne ha suggerito il ricovero e l’uso di antivirali».

Infine, Clementi ha spiegato che non è possibile sapere quando Berlusconi sia stato contagiato: «Alcune persone diventano positive, dopo il contatto con infetti, in tempi brevi, altri richiedono tempi più lunghi».

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