Il presente spesso ci sovrasta, insieme alla frenesia della vita quotidiana, tanto da indurci a non pensare mai al futuro.
Ma in quale mondo vivranno i nostri figli e le generazioni ancora a venire? Sarà pulita l’area che respireranno? Riusciranno ad invecchiare senza ammalarsi a causa dell’inquinamento e a condurre una esistenza in equilibrio con l’ambiente circostante?
Una mobilitazione mondiale per chiedere ai governi di intervenire con politiche ambientali e azioni decisive per salvaguardare il nostro pianeta contrastando i cambiamenti climatici provocati dal riscaldamento globale dovuto all’inquinamento causato dall’uomo.
E’ lo scopo di “Fridays for Future“, la manifestazione indetta dal movimento #Fridaysforfuture per oggi, 15 marzo, in tutto il mondo. A scendere in 1700 piazze, sparse in circa duecento paesi, persone di ogni età. In Italia si manifesta in 182 piazze da nord a sud.
A dare l’input, a quanto sta avvenendo oggi, l’attivista svedese 16enne Greta Thunberg, nota perché dal 20 agosto scorso, ogni venerdì, manifesta regolarmente davanti al Riksdag, il Parlamento di Stoccolma, con cartelli che spesso propongono lo slogan “Skolstrejk för klimatet”, ovvero sciopero della scuola per il clima.
E’ a tutti, ma in particolar modo agli studenti suoi coetanei che si rivolge Greta, ragazzina determinata, affetta dalla sindrome di Asperger ma tanto forte, tenace e con le idee chiare da credere che sia arrivata l’ora di non stare più a guardare assistendo inermi allo sfacelo del mondo che ci circonda.
Per il suo impegno e dedizione alla causa ambientalista, Greta è stata proposta, da tre parlamentari svedesi, al Nobel per la Pace.
La manifestazione mondiale di oggi è assolutamente esente da appartenenze politiche o partitiche.
Ad invadere le strade, lunghi cortei colorati con striscioni e cartelloni che chiedono una visione ‘green’ del nostro futuro, un cambio radicale di abitudini, una maggiore responsabilizzazione di tutti per vivere, in maniera maggiormente sostenibile, in un mondo più pulito.
“Siamo nel pieno di una crisi. Ed è la più urgente e grave che il genere umano abbia mai dovuto affrontare. Stiamo segando il ramo su cui siamo seduti e la maggior parte della popolazione mondiale non ha idea delle possibili conseguenze della nostra incapacità di agire”, ha detto Greta Thunberg, in un’intervista a Repubblica.
Su Faz, quotidiano tedesco, ha spiegato ancora la giovane: “Non vogliamo le vostre speranze, vogliamo che vi uniate a noi”.
E ancora: “Questo sciopero viene fatto oggi perché i politici ci hanno abbandonato. Abbiamo assistito a trattative lunghe anni per accordi sul clima miseri, abbiamo visto imprese a cui è stata dato il via libera per scavare la nostra terra, trivellare sotto il nostro suolo e per i loro profitti bruciare il nostro futuro. I politici conoscono la verità sul cambiamento climatico ma hanno comunque ceduto il nostro futuro agli approfittatori, il cui desiderio di denaro veloce minaccia la nostra esistenza”.
Lo scopo dei manifestanti è quello di fare pressione sui leader dell’Ue che si riuniranno in un vertice a Bruxelles il 21 e 22 marzo, e che hanno in agenda proprio la lotta al cambiamento climatico, insieme ad altri importanti temi come la Brexit.
Anche la Sicilia ha aderito entusiasticamente alla manifestazione. I principali cortei che radunano studenti, volontari e ambientalisti, si stanno tenendo a Palermo, Catania, Caltanissetta, Enna, Agrigento, Ragusa, Siracusa, Corleone, Capo d’Orlando e Scicli. A Palermo da piazza Verdi è partito un corteo diretto a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana.
“L’idea – dice Vanessa Rosano, una delle volontarie organizzatrici delle manifestazioni – è che in testa al corteo ci sia il futuro. Perché è per quello che protestiamo: per il futuro del pianeta”.
Al corteo palermitano, organizzato per l’occasione, che si snoda per le vie del centro storico, presente anche uno spezzone studentesco dei licei Umberto I, Cassarà e Benedetto Croce.
“Il modello di sviluppo portato avanti dall’attuale sistema economico ci sta portando ad una irreversibile catastrofe ecologica, ma non solo. Esso è anche sinonimo di spreco di risorse pubbliche, di corruzione, di devastazione e saccheggio dei territori, di danni gravi alla salute (a volte irreversibili). Attraverso la finta promessa dello sviluppo l’aria e il mare vengono inquinati, le falde acquifere avvelenate,gli animali e le piante endemici portati all’estinzione, i territori negati ai propri abitanti. L’unica cosa certa in questo diabolico piano è il profitto per i pochi e i potenti ma il loro gioco di dissimulazione della realtà è da noi ampiamente smascherato…no, non ci ingannano! ” afferma Ludovica Di Prima, studentessa del liceo Umberto I.
Sullo striscione portato in corteo dagli studenti si legge “Tutti a Roma il 23 marzo. Marcia per il clima. Umberto-Cassarà-Croce”, un invito all’azione e alla partecipazione.
Spiegano gli studenti: “Oggi è stato importante esserci, ma sarà altresì importante essere presenti ad un altro appuntamento. Il 23 marzo si svolgerà a Roma una marcia nazionale per il clima e contro le grandi opere inutili, una grande giornata di mobilitazione contro un modello di sviluppo che distrugge i territori e la vita di chi li abita. Non dobbiamo dimenticare infatti che mentre la catastrofe climatica, con tutte le sue conseguenze che già subiamo, si fa sempre più reale e vicina, i governi continuano a portare avanti dispendiosi progetti di opere non solo inutili ma anche nocive. Opere la cui attività va a incidere pesantemente proprio sulla salute del pianeta di cui abbiamo parlato insieme alle sue conseguenze, opere imposte dall’alto senza che peraltro la popolazione sia minimamente interpellata.Mentre i fondi pubblici vengono investiti per la realizzazione di mostri come il ponte sullo Stretto, muos, trivelle, inceneritori, discariche, poli industriali le nostre scuole ci crollano addosso e un semplice temporale uccide famiglie intere. Fondi, dunque, che ci pare normale e giusto che debbano essere destinati per la messa in sicurezza dei territori e la qualità della vita dei cittadini”.
Anche da Palermo, come da più parti della Sicilia, partiranno dei bus organizzati per l’occasione. Gli studenti del Cassarà, del Benedetto Croce e dell’Umberto I vi parteciperanno perché “l’opposizione alle grandi opere inutili e al modello di sviluppo che rappresentano è una cosa che ci riguarda troppo da vicino sia come giovani che come siciliani. Nella nostra terra, lo scenario prima descritto, emerge con lineamenti ancora più preoccupanti ed è necessario che la spinta alla lotta per i cambiamento parta da noi giovani. I politici e i potenti ci rendono il presente sempre più invivibile, ci strappano pezzi di futuro e dobbiamo cogliere ogni singola occasione per manifestare il nostro dissenso!” afferma e conclude Ludovica Di Prima studentessa del liceo classico Umberto I.
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