Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto salva-casa. Questo permetterà di regolarizzare “piccole difformità” edilizie, ossia abusi minori come un tramezzo spostato o una finestra posizionata diversamente.
Un passo che il padre del provvedimento Matteo Salvini definisce “culturalmente una rivoluzione liberale”.
Il decreto introduce semplificazioni
Il decreto introduce delle semplificazioni normative, eliminando la necessità di ottenere autorizzazioni per alcuni piccoli interventi di edilizia o semplificando le procedure per ottenere le certificazioni in caso di cambio di destinazione d’uso degli immobili.
Estesi limiti di tolleranza
Vengono inoltre estesi i limiti di tolleranza, cioè le difformità nella realizzazione rispetto ai progetti originari; si consente anche di mantenere le strutture esterne installate durante la pandemia da coronavirus, come per esempio i dehors dei locali, se è possibile dimostrare che servono a garantire il rispetto delle norme sanitarie.
Il decreto, infatti, amplia i limiti entro i quali le difformità edilizie non vengono considerate degli abusi. Finora queste tolleranze costruttive avevano soglie molto basse, pari al 2 per cento della superficie per tutti gli immobili: se la difformità rispetto al progetto consegnato al Comune riguardava, cioè, più del 2 per cento della superficie dell’immobile, andavano sanate. Ora queste soglie vengono alzate, ma solo per le difformità già esistenti. Il limite del 2 per cento varrà per le case con oltre 500 metri quadrati di superficie utile; salirà al 3 per cento per quelle tra 300 e 500 metri quadrati; al 4 per cento per quelle tra 300 e 100 metri quadrati e al 5 per centro per le case di meno di 100 metri quadrati.
Estese le tolleranze esecutive
Vengono estese anche le cosiddette tolleranze esecutive, quelle che riguardano irregolarità nella disposizione degli spazi interni, delle porte e delle finestre; la collocazione difforme rispetto al progetto di impianti interni, di finiture di piccola entità, la mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali e gli errori progettuali corretti in cantiere, cioè nella fase di costruzione dell’immobile.
Superato il principio della “doppia conformità”
Per quanto riguarda le procedure di accertamento di conformità, il decreto supera il principio della cosiddetta “doppia conformità”. Per sanare le piccole irregolarità edilizie al momento bisogna presentare al Comune dove si trova l’immobile documenti che attestano il rispetto della normativa edilizia e urbanistica in vigore sia al momento della realizzazione della struttura sia al momento della presentazione della domanda di sanatoria. Il decreto semplifica il processo, e stabilisce che possono essere sanati gli interventi che sono conformi alle norme urbanistiche attualmente in vigore (quelle che stabiliscono se e in quali aree si può costruire) e che erano coerenti con le norme edilizie (quelle che riguardano il modo con cui si costruisce) all’epoca della realizzazione dell’immobile.
Introdotto principio del silenzio assenso
Viene inoltre introdotto il principio del silenzio assenso. A differenza di come funzionano le normative attuali, per cui l’autorizzazione si considera negata finché non viene rilasciata dagli uffici pubblici preposti, d’ora in avanti le richieste di sanatoria di piccole difformità vengono considerate accolte se il Comune o le altre amministrazioni coinvolte non negano l’autorizzazione entro 30 o 45 giorni (a seconda del tipo di richiesta avanzata). Per gli immobili sottoposti a vincoli paesaggistici le autorità avranno invece ulteriori 180 giorni per rispondere.
Semplificate procedure per il cambio di destinazione d’uso
Inoltre vengono semplificate significativamente le procedure per ottenere il cambio di destinazione d’uso di un immobile. Ogni immobile infatti è classificato, secondo le leggi, a seconda dell’uso che se ne fa e non può essere utilizzato in altro modo: ci sono immobili residenziali, cioè le case; quelli industriali per le attività artigianali e manifatturiere; quelli turistici, come alberghi o ostelli e simili; quelli commerciali, e così via. Rispetto alle norme finora in vigore, grazie al decreto-legge approvato sarà sempre possibile modificare la destinazione d’uso, trasformando per esempio le case private in strutture ricettive.
Sarà necessario presentare la SCIA, cioè la Segnalazione certificata di inizio attività, quella con cui le imprese segnalano al Comune l’avvio, il cambiamento o la cessazione di un’attività produttiva.
La soddisfazione di Salvini
Il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture esprime tutta la sua “soddisfazione” nella conferenza stampa post cdm in cui illustra il decreto. “E’ un intervento che entrerà nelle case di milioni di italiani in maniera positiva e risolutiva. Per la pubblica amministrazione passiamo dal silenzio-rigetto al silenzio-assenso”, spiega Salvini, ossia se l’Amministrazione non risponde entro i termini prestabiliti, l’istanza si considera accettata.
“Si liberano i comuni da valanghe di pratiche, sono stimate in 4 milioni, il comune incassa, il cittadino paga e rientra in possesso del suo bene. Può vendere”, sottolinea il ministro, ribadendo che “non è un condono sull’esterno” ma una “grande opera di semplificazione e sburocratizzazione”.
Inoltre il salva-casa “crea ricchezza perché i sindaci incasseranno. Questa è una delle poche occasioni in cui i cittadini faranno la corsa per andare a pagare”, afferma Salvini.
Confedilizia e Confartigianato, “Misure di buon senso”
Plaudono al provvedimento Confedilizia e Confartigianato. “Si tratta di misure di buon senso, che saranno utili ai proprietari di casa e al mercato immobiliare”, commenta Confedilizia. “Il provvedimento punta a definire un’adeguata regolamentazione delle situazioni di irregolarità formale, causate da una normativa farraginosa”, spiega il presidente di Confartigianato, Marco Granelli. “In questo modo si potrà ridare slancio al mercato immobiliare, rimuovendo gli ostacoli che rallentano la compravendita e impediscono la riqualificazione degli immobili”, sottolinea Granelli.
Le critiche di opposizioni e Legambiente, “Ennesimo condono”
Le opposizioni e Legambiente che parlano di un ennesimo condono per i furbi e di una misura che desertificherà i centri storici. “Questo è un provvedimento che rispetto a tante persone che hanno rispettato le leggi favorisce ancora una volta i furbi, chi ha fatto un abuso”, attacca Nicola Zingaretti, candidato alle elezioni Europee per il Pd.
Il piano “consentirà la desertificazione abitativa dei centri storici grazie alla norma che prevede la modifica della destinazione d’uso degli immobili nelle zone territoriali omogenee”, avverte Angelo Bonelli. “Gli immobili dei centri storici si trasformeranno definitivamente in residenze turistiche e commerciali”, sottolinea il deputato di Avs.
Il salva-casa “è un provvedimento sbagliato, che richiede modifiche profonde, perché rischia di essere un condono mascherato”, afferma Legambiente. “Viene cancellata la clausola della doppia conformità, con nuove possibilità di sanatoria, è un colpo di spugna sulle sanzioni per le violazioni superiori al 2%, vengono ricalcolate al ribasso le sanzioni pecuniarie”, denuncia Legambiente. E “soprattutto, vale il principio del silenzio-assenso, che sostituisce il silenzio-rigetto per gli abusi edilizi formali. Ma nessun comune sarà mai in grado di esaminare una pratica di sanatoria entro i 45 giorni stabiliti”, fa notare Legambiente, avvertendo quindi che “si potranno presentare sanatorie illegittime senza che nessuno le possa rigettare”. Pertanto “una norma perfetta per spalancare la strada a nuovi abusi”.
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