Una vicenda incredibile che inizia con il ritorno in Italia dell’allarme influenza aviaria.

Dopo il ritrovamento di un’anatra selvatica risultata positiva al ceppo virale che già si è manifestato in allevamenti di  vicini paesi Europei, il Ministero della Salute ha reintrodotto il divieto di utilizzo di richiami vivi per la caccia, se di specie appartenenti all’ordine dei caradriformi e anseriformi. Come è noto, in Italia, è ancora consentito tenere animali in gabbia con lo scopo di attirare i selvatici che saranno centrati dal fucile del cacciatore.

Per alcuni di questi parrebbe che il divieto imposto non assume valore neanche quando di mezzo vi è un fatto così delicato quale la possibile veicolazione dell’influenza aviaria.

Un gruppo congiunto di protezionisti, appartenenti al nucleo antibracconaggio del CABS e del WWF, si è imbattutto in provincia di Pavia in un cacciatore che stava utilizzando tranquillamente ben 14 anatre da richiamo. Allertata la Polizia Provinciale e disposto quanto necessario per il controllo si è invece dovuto assistere ad una scena raccapriccinate. Il cacciatore, riferisce una nota del CABS, quando si è accorto della presenza delle Guardie avrebbe puntato il fucile contro i suoi animali con l’intento di ucciderli e spacciarli così come preda di caccia. Ben otto anatre sono rimaste uccise dai colpi mentre altre sei, riferisce sempre il CABS, erano pronte per essere “sacrificate”.

Il repentino intervento ha così consentito di poterle salvare almeno in parte, mentre al cacciatore è stata contestata una sanzione di 3000 euro.

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