Un attentato ha colpito nella mattinata del 3 febbraio il complesso residenziale di lusso ‘Vele Scarlatte’, situato nel nord-ovest di Mosca, a pochi chilometri dal Cremlino. L’ordigno, posizionato nei pressi dell’ascensore, è esploso alle 9:50 ora locale (7:50 italiane), provocando il crollo parziale del soffitto e un bilancio di due morti e almeno quattro feriti.

Tra le vittime c’è Armen Sargsyan, nella foto, ex pugile e fondatore del battaglione ArBat, un’unità paramilitare filorussa attiva nel Donbass. Secondo le autorità russe, l’attacco sarebbe stato “pianificato e mirato”, con l’obiettivo preciso di eliminare Sargsyan. L’uomo è stato trasportato in ospedale in condizioni critiche, con una scheggia conficcata nella zona del cuore, ed è deceduto poco dopo per una grave ferita penetrante al petto.

Chi era Armen Sargsyan: dai ring alla guerra nel Donbass

Armen Sargsyan, di origini armene, è stato un pugile di alto livello prima di entrare nel mondo del volontariato militare filorusso. In qualità di presidente della Federazione di pugilato del Donetsk, si era distinto negli ultimi anni come sostenitore delle operazioni russe nel Donbass, arruolando volontari per combattere al fianco delle truppe di Mosca contro quelle di Kiev.

Il battaglione ArBat, da lui fondato, è noto per la sua partecipazione a numerose operazioni contro le forze ucraine nella regione contesa. Il suo coinvolgimento nel conflitto ha fatto di lui un personaggio controverso, considerato un eroe dai filorussi e un criminale dai sostenitori di Kiev.

Ipotesi sulle responsabilità: omicidio o terrorismo?

L’attentato ha subito scatenato accuse e speculazioni. Secondo fonti della polizia russa, è stata aperta un’indagine per duplice omicidio, ma se dovessero emergere legami con l’Ucraina, il caso potrebbe essere classificato come atto di terrorismo.

L’agenzia Novaya Gazeta sottolinea che il Cremlino potrebbe usare questo evento per inasprire le accuse contro Kiev, alimentando la tensione già alta tra i due paesi. Tuttavia, al momento, il governo ucraino non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’accaduto.

Mosca e l’ombra della guerra: un’escalation di attacchi mirati?

Negli ultimi mesi, Mosca ha vissuto una serie di episodi di violenza mirata. Se l’attentato contro Darya Dugina, figlia dell’ideologo ultranazionalista Alexander Dugin, aveva già scosso la Russia, l’uccisione di Sargsyan rischia di avere ripercussioni più ampie sul conflitto in corso.

Il Cremlino potrebbe sfruttare questo episodio per rafforzare il consenso interno e giustificare ulteriori operazioni militari in Ucraina. Gli esperti non escludono che l’attacco possa essere il risultato di rivalità interne tra gruppi paramilitari russi, dato il fragile equilibrio tra le diverse fazioni che combattono nel Donbass.

L’eco dell’esplosione: tra propaganda e tensioni diplomatiche

La notizia della morte di Sargsyan è stata riportata dall’agenzia di stampa TASS, che cita fonti mediche e investigative, mentre il quotidiano Kommersant ha confermato il decesso dopo il ricovero in ospedale.