Il dramma de L'Aquila

Bambino morto a L’Aquila, inchiesta può allargarsi, dubbi sulla sicurezza dell’asilo

Domani, giovedì 19 maggio, il pm Stefano Gallo interrogherà la 38enne di origini bulgare che conduceva la Passat, parcheggiata davanti all’asilo di Pile, frazione del comune dell’Aquila, con a bordo il figlio 12enne, per andare a riprendere i suoi due gemellini di cinque anni, che ha travolto la recinzione uccidendo un bimbo di 4 anni di nome Tommaso e ferendone cinque.

La donna, difesa dall’avvocato Francesco Valentini, è indagata per omicidio stradale, reato che prevede l’arresto immediato. Al momento non è stata ascoltata perché unica indagata dell’inchiesta della Procura aquilana: la 38enne e il figlio sono in stato di shock.

Tuttavia, l’inchiesta potrebbe allargarsi e vedere altri indagati: la Procura e la Squadra Mobile, infatti, stanno facendo accertamenti sulla questione della sicurezza all’esterno dell’asilo e negli spazi circostanti. In particolare, gli approfondimenti documentali e tecnici tendono a chiarire se le macchine potessero parcheggiare e se a norma e sufficiente la recinzione nel giardino.

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Si è appreso che l’immobile dell’asilo risale almeno agli anni 80, di proprietà del Comune e ci sarebbe stato un intervento dopo il sisma del 6 aprile 2009. La gestione è mista: nel piano terra c’è l’asilo nido (0 – 3 anni), gestito dall’Amministrazione comunale, mentre nel seminterrato, dove è avvenuta la tragedia, c’è la Materna (3-6 anni), la cui compentenza è dell’Istituto comprensivo “Mazzini”. Quindi, sono distinti anche i piani di sicurezza: il parcheggio parte della struttura recintata con un muro di cemento e rete elettrosaldata, mentre il giardino è chiuso con una recinzione sfondata dall’auto lasciata incustodita e partita inavvertitamente.

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