Alessia Pifferi, la 36enne accusata di avere ucciso la sua bambina di un anno e mezzo dopo averla abbandonata in casa per sei giorni, sarà sottoposta a una consulenza “neuroscientifica e psichiatrica”. Lo hanno deciso i nuovi difensori dell donna, gli avvocati Luca D’Auria e Solange Marchignoli, nominati al posto dell’avvocato d’ufficio.

Si è appreso che i due legali hanno già affidato l’incarico ai professori Giuseppe Sartori, ordinario di Neuropsicologia Forense e Neuroscienze Cognitive all’Università di Padova, e a Pietro Pietrini, ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica all’Università di Pisa .”A breve comincerà un lavoro – hanno spiegato – per capire il percorso mentale che ha potuto portare a un fatto così tragico”. I due consulenti tecnici della difesa si sono occupati di molti casi di omicidi rilevanti, tra cui la strage di Erba.

Cosa è emerso dall’autopsia

Dall’autopsia sul corpo della piccola Diana, eseguita ieri mattina all’Istituto di Medicina Legale di Milano dal dr. Andrea Gentilomo, non è emersa “nessuna causa evidente della morte. Sul corpo della piccola non c’erano “segni di percosse o lesioni”.

Queste circostanze hanno portato gli inquirenti ad ipotizzare che la bimba sia morta di stenti. Però, per avere maggiori certezze, sarà necessario attendere gli esiti degli esami del sangue e sui tessuti della bimba, eseguiti nel corso dell’esame autoptico.

Nei prossimi giorni, inoltre, arriveranno le anlisi sul latte trovato in uno dei biberon che la madre della piccola aveva lasciato accanto alla figlia nel lettino da campeggio prima di uscire e raggiungere il compagno a Leffe. Il liquido è stato esaminato dalla polizia scientifica e il sospetto è che contengna una dose di tranquillanti.