Inviare un bonifico a un figlio in difficoltà economica è spesso un gesto spontaneo, dettato dall’affetto e dal senso di responsabilità genitoriale. Ma nel 2025, in un contesto fiscale sempre più attento e digitalizzato, anche questi trasferimenti familiari possono finire sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate.
La causale del bonifico, spesso vista come un dettaglio formale, è in realtà un elemento strategico per evitare malintesi fiscali e garantire trasparenza. Non basta “fare il bonifico”: bisogna saperlo giustificare, soprattutto quando si tratta di somme ingenti o ripetute nel tempo.
Perché la causale è fondamentale
Il bonifico bancario non è solo un’operazione contabile, ma anche una dichiarazione d’intenti. La causale serve infatti a indicare il motivo del trasferimento, aiutando sia il mittente sia il destinatario a tenere traccia delle operazioni. Secondo l’approfondimento di Brocardi.it, pur non essendo formalmente obbligatoria, la causale diventa decisiva in caso di controlli, specialmente quando il Fisco sospetta che dietro un semplice bonifico si celi un reddito non dichiarato.
“Se il contribuente non fornisce valide giustificazioni dei prelievi e versamenti effettuati su conti correnti a lui riconducibili, è legittimo l’accertamento bancario”, afferma la Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 16850 del 19 giugno 2024. La mancanza di una causale dettagliata o di documentazione di supporto può quindi portare alla cosiddetta presunzione di reddito: in pratica, il Fisco può considerare il denaro ricevuto come un guadagno tassabile.
Sotto controllo anche i trasferimenti tra familiari
Anche i bonifici tra genitori e figli sono soggetti a verifiche. Come spiega Torino Cronaca, non basta l’intenzione affettiva: servono prove tracciabili e coerenti, soprattutto se le cifre superano certe soglie. Nel 2025, l’Agenzia delle Entrate ha strumenti sempre più sofisticati per monitorare i flussi bancari. Un aiuto economico, se non adeguatamente giustificato, può essere interpretato come reddito occulto. Tuttavia, non tutti i trasferimenti familiari generano obblighi fiscali. La Corte di Giustizia Tributaria della Puglia, con la sentenza n. 4378/2024, ha stabilito che: “I bonifici tra parenti non equivalgono automaticamente a reddito imponibile. Solo se l’Amministrazione finanziaria riesce a dimostrare che derivano da attività economiche, diventano tassabili”.
Cosa scrivere nella causale per evitare rischi
Per evitare problemi con il Fisco, è essenziale scrivere una causale chiara, precisa e veritiera. Ecco alcuni esempi pratici, utili in base alla finalità del bonifico:
1. Sostegno familiare
- “Aiuto familiare temporaneo per spese quotidiane”
- “Contributo a mio figlio per affitto mese novembre 2025”
- “Sostegno per spese universitarie figlia – anno accademico 2025/26”
2. Donazione o regalo
- “Regalo a mio figlio per compleanno”
- “Donazione a mia figlia per viaggio studio”
- “Contributo nozze figlio – donazione affettiva”
In caso di somme elevate, è consigliabile redigere un atto scritto o registrare la donazione presso l’Agenzia delle Entrate. Se si supera la soglia dei 5.000 euro in contanti, è preferibile usare sempre un bonifico tracciabile e valutare la necessità di un atto notarile.
3. Prestito senza interessi
- “Prestito infruttifero a mio figlio per acquisto auto – da restituire entro dicembre 2025”
Per evitare che il prestito venga scambiato per una donazione o reddito, meglio affiancare una scrittura privata che ne definisca durata e modalità di restituzione.
4. Pagamenti documentati
- “Fattura n. 12/2025 – pagamento prestazione medica”
- “Saldo acquisto mobili fattura n. 87”
5. Ristrutturazioni con detrazione
Per le detrazioni edilizie è necessario un bonifico parlante, con causale che contenga:
- Codice fiscale del beneficiario
- Partita IVA dell’impresa
- Riferimento alla normativa (“art. 16-bis TUIR – detrazione ristrutturazione edilizia”)
Quando serve il notaio?
Non tutti i trasferimenti familiari richiedono un atto notarile, ma in caso di donazioni consistenti è altamente raccomandato. Un atto pubblico evita future contestazioni da parte del Fisco o di eventuali eredi.
Per importi più contenuti tra genitori e figli o tra coniugi, basta il bonifico, purché sia:
- tracciabile
- con causale chiara
- supportato da eventuali accordi scritti

Bonifici ai figli
In caso di controlli: cosa fare
Se l’Agenzia delle Entrate apre un controllo, il contribuente dovrà fornire giustificazioni concrete e coerenti con quanto riportato nella causale. In caso contrario, l’intero importo può essere trasformato in reddito imponibile, con:
- tassazione retroattiva
- interessi
- sanzioni
Per questo motivo, è buona norma conservare tutta la documentazione (email, accordi scritti, ricevute) che possa sostenere la causale inserita nel bonifico.
FAQ – Domande frequenti
- I bonifici ai figli vanno dichiarati al Fisco? No, se sono tracciabili, giustificati e con causale chiara, non devono essere dichiarati.
- Posso scrivere solo “aiuto economico” nella causale? Meglio evitare formule generiche. Usa descrizioni più dettagliate, come “contributo spese figlio – affitto maggio 2025”.
- È rischioso fare donazioni in contanti ai figli? Sì, sopra i 5.000 euro è preferibile usare bonifici tracciabili e registrare la donazione.
- Serve il notaio per regalare soldi al figlio? Solo per importi elevati. Per cifre contenute, basta il bonifico con causale precisa.
- Se il Fisco controlla, cosa devo presentare? Copia del bonifico, accordi scritti se disponibili, motivazione coerente con la causale.






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