L’11 luglio 2023, durante un concerto al Sonic Park di Stupinigi, nei pressi di Torino, il frontman della band Placebo, Brian Molko, tra una canzone e l’altra, si è rivolto al pubblico con espressioni forti e polemiche contro il premier Giorgia Meloni, definendola “razzista”, “fascista” e “nazista”, accompagnando i suoi insulti con espressioni volgari. Un gesto che ha avuto un ampio eco sui social media, dove sono stati condivisi numerosi video della performance, causando la reazione immediata di molti spettatori e autorità.
Il reato di vilipendio delle istituzioni
Le parole di Molko hanno attirato l’attenzione delle forze dell’ordine, con i carabinieri che hanno segnalato l’accaduto alla Procura di Torino. In seguito, anche la premier Meloni, assistita da un avvocato, ha presentato una denuncia. Per procedere con l’accusa di vilipendio delle istituzioni, che in questo caso potrebbe portare a una multa da mille a cinquemila euro, il Ministero della Giustizia ha dovuto concedere un’autorizzazione speciale, poiché questo tipo di reato richiede un procedimento particolare per essere perseguito. Il processo contro Brian Molko è stato quindi avviato, segnando un passo importante nell’indagine sulla sua dichiarazione.
La polemica sulla libertà di espressione
Il caso ha sollevato discussioni più ampie sulla libertà di espressione e sul diritto di critica, in particolare quando si tratta di personaggi pubblici. Molti si sono chiesti fino a che punto un artista possa esprimere liberamente la propria opinione senza rischiare sanzioni. La libertà di espressione, infatti, è uno dei principi fondanti delle democrazie moderne, ma come nel caso di Molko, può essere messa in discussione quando le parole diventano diffamatorie o lesive nei confronti delle istituzioni.
Un incidente che non è nuovo per il mondo della musica
Quello di Brian Molko non è il primo incidente che vede coinvolti personaggi della musica in Italia in procedimenti legali. Già in passato, la Procura di Torino si è trovata a intervenire su casi legati alla musica. Nel 2023, ad esempio, i pm avevano chiesto gli arresti domiciliari per i membri del gruppo P38, un gruppo rap che inneggiava a temi legati alle Brigate Rosse e agli anni di piombo. In quel caso, la Cassazione aveva respinto la richiesta.
Nel caso di Molko, il dibattito si concentra sul fatto che un cantante, come qualsiasi altro individuo, può esprimere liberamente le proprie opinioni, ma deve anche fare i conti con le conseguenze legali di certe dichiarazioni, specialmente quando queste superano i limiti consentiti dalla legge.
La carriera di Brian Molko e la sua reputazione pubblica
Molko, 52 anni, è conosciuto per la sua carriera di musicista, iniziata con i Placebo nel 1994. La band ha venduto oltre 14 milioni di dischi in tutto il mondo, e Molko stesso è considerato uno dei frontman più carismatici della scena musicale alternata. Non è la prima volta che Molko si fa notare per il suo comportamento provocatorio: nel 2001, durante il Festival di Sanremo, sollevò scalpore con il famoso gesto del dito medio alle telecamere, accompagnato dalla distruzione della sua chitarra.
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