Il Cremlino ha annunciato ufficialmente la caduta del regime di Bashar al-Assad, confermando che l’ex presidente siriano ha lasciato il Paese per una destinazione non rivelata. Questo evento segna la fine di un’era caratterizzata da conflitti, repressioni e crisi umanitarie.

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Il presidente francese Emmanuel Macron ha definito questa svolta “la fine dello Stato di barbarie in Siria”. Su X, Macron ha dichiarato: “Lo Stato di barbarie è finalmente caduto”, ribadendo l’impegno della Francia per la sicurezza nella regione.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha accolto con favore la notizia, sottolineando che “il popolo siriano ha sofferto terribilmente” e che ora è necessario “ripristinare rapidamente la legge e l’ordine”. Scholz ha inoltre evidenziato l’importanza della protezione di tutte le comunità religiose e minoranze, aggiungendo: “Giudicheremo i futuri governanti se renderanno possibile a tutti i siriani vivere in dignità e autodeterminazione, difendere la sovranità della Siria e vivere in pace con i loro vicini”.

L’Alto Rappresentante dell’UE, Kaja Kallas, ha definito la caduta di Assad un “sviluppo positivo e atteso da tempo”.

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Israele e la nuova fase post-Assad

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha collegato la caduta di Assad alle operazioni militari di Israele contro Hezbollah e l’Iran, sottolineando che questi colpi hanno contribuito al risultato. Netanyahu ha dichiarato: “Israele tende la mano in segno di amicizia a tutti i siriani che vogliono vivere in pace, ma non permetteremo alle forze ostili di prendere piede lungo il confine”.

Nel frattempo, l’esercito israeliano ha iniziato a occupare le aree della zona cuscinetto sulle alture del Golan, a seguito del ritiro delle truppe siriane, per garantire la protezione delle comunità israeliane.

Le prospettive dell’Iran e della Turchia

L’Iran, storico alleato di Assad, ha rilasciato un comunicato sottolineando che le relazioni con la Siria rimarranno amichevoli e che si aspetta di continuare a collaborare con il nuovo governo siriano.

Dall’altro lato, la Turchia, attraverso il ministro degli Esteri Hakan Fidan, ha annunciato l’intenzione di intensificare gli sforzi per garantire l’unità e la sicurezza della Siria. Fidan ha scritto: “Milioni di siriani che hanno lasciato le proprie case potranno tornare nelle loro terre. Speriamo di vedere giorni migliori per il popolo siriano”.

La Farnesina e l’importanza della stabilità

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha sottolineato l’importanza di evitare divisioni territoriali che potrebbero destabilizzare ulteriormente la regione. “La caduta del regime di Assad è una chiara sconfitta. Per noi è fondamentale garantire l’unità della Siria e la stabilità di questo Paese che si affaccia sul Mediterraneo”, ha dichiarato Tajani.