Il conclave del 7 maggio, chiamato a eleggere il successore di Papa Francesco, si apre sotto l’ombra di una controversia che coinvolge il cardinale Angelo Becciu, figura di spicco del Vaticano caduto in disgrazia nel 2020.

Secondo fonti vaticane, durante la quinta Congregazione generale tenutasi oggi, 28 aprile, Becciu avrebbe comunicato la sua disponibilità a fare un passo indietro rispetto alla partecipazione al conclave, pur ribadendo il suo diritto a essere un elettore. La decisione, non ancora ufficialmente confermata, potrebbe avere un impatto significativo sull’elezione del prossimo Pontefice, considerando il ruolo di Becciu come potenziale ago della bilancia tra fazioni progressiste e conservatrici.

Da uomo di fiducia a cardinale sotto processo

Nato a Pattada, in Sardegna, nel 1948, il cardinale Angelo Becciu è stato una figura di primo piano nel Vaticano per decenni. Nominato cardinale da Papa Francesco nel 2018, Becciu aveva ricoperto ruoli chiave, tra cui quello di Sostituto della Segreteria di Stato, una posizione che lo rendeva uno dei più influenti collaboratori del Pontefice. La sua carriera sembrava destinata a culminare in una possibile candidatura al papato, ma tutto è cambiato nel settembre 2020.

In quell’anno, Papa Francesco ha chiesto a Becciu di rinunciare al suo ruolo di Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi e ai diritti connessi al cardinalato, a seguito di accuse di mala gestione finanziaria. La decisione, annunciata con un comunicato stampa di una sola riga il 24 settembre 2020, ha sconvolto il Vaticano: “Il Santo Padre ha accettato la rinuncia del cardinale Angelo Becciu dalla carica di Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi e dai diritti connessi al cardinalato”. Non è mai stato chiarito quali diritti Becciu avesse esattamente rinunciato, né se fosse stato formalmente sanzionato dal punto di vista canonico.

Nel dicembre 2023, Becciu è stato condannato dal Tribunale vaticano a 5 anni e mezzo di carcere per peculato, truffa aggravata e abuso d’ufficio nell’ambito della compravendita di un palazzo a Londra, un’operazione immobiliare che avrebbe causato perdite milionarie alle casse vaticane. Il porporato, che ha sempre negato le accuse, ha fatto ricorso contro la sentenza, con l’appello previsto per settembre 2025. Inoltre, gli è stata comminata l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, una sanzione che ha ulteriormente complicato la sua posizione.

Il diritto di voto al Conclave: una questione aperta

Secondo il documento vaticano Universi Dominici Gregis, che regola l’elezione del Papa, tutti i cardinali sotto gli 80 anni hanno il diritto di partecipare al Conclave come elettori, salvo che non siano stati “canonicamente deposti” o abbiano “rinunciato al cardinalato con il consenso del Romano Pontefice”. A 76 anni, Becciu rientra nei criteri di età per essere un elettore, ma il suo status rimane incerto.

Quando fu costretto a dimettersi nel 2020, Becciu dichiarò in una conferenza stampa improvvisata che non avrebbe partecipato a futuri conclavi. Tuttavia, negli ultimi mesi ha ribadito il suo diritto a votare, spingendo i canonisti a riesaminare il testo di Universi Dominici Gregis. Il documento specifica che, dopo la morte di un Papa, il Collegio dei Cardinali non può “riammattere o riabilitare” cardinali esclusi, ma non chiarisce se Becciu sia stato formalmente deposto o abbia rinunciato ai suoi diritti di elettore.

Fonti vaticane riportano che, durante le discussioni pre-Conclave, Becciu avrebbe ricevuto due lettere firmate da Papa Francesco prima della sua morte, nelle quali gli veniva chiesto di non partecipare al Conclave. Tuttavia, non è chiaro se tali lettere abbiano valore legale o se il Collegio dei Cardinali possa ignorare le volontà di Francesco. La questione è fondamentale: un’eventuale partecipazione di Becciu potrebbe essere contestata, rischiando di invalidare l’elezione del nuovo Papa.

Un dibattito che divide il Collegio Cardinalizio

La possibile partecipazione di Becciu al Conclave ha aperto un dibattito tra i cardinali, divisi tra chi lo sostiene e chi ne chiede l’esclusione. Becciu è considerato vicino alla corrente conservatrice del Vaticano, radicata nell’eredità di Papa Benedetto XVI. La sua caduta in disgrazia sotto Francesco, che ha autorizzato il processo contro di lui modificando le leggi vaticane, suggerisce che Becciu potrebbe favorire un candidato intenzionato a rivedere alcune delle riforme progressiste di Francesco, come l’apertura su temi sociali o la gestione finanziaria della Santa Sede.

Allo stesso tempo, i sostenitori di Becciu sottolineano che non è stato canonicamente deposto e che la sua condanna è ancora in fase di appello. Il portavoce vaticano Matteo Bruni, interpellato sulla partecipazione di Becciu, ha evitato di fornire una risposta definitiva: “La questione è stata discussa, ma non c’è stata una risoluzione”.

Le ombre sul processo vaticano

La condanna di Becciu ha sollevato interrogativi sulla trasparenza e sull’equità del processo vaticano. Durante il procedimento, sono emerse accuse di interferenze da parte di Papa Francesco, che avrebbe autorizzato interventi a favore dell’accusa. Inoltre, il principale testimone contro Becciu è stato accusato di essere stato manipolato da soggetti esterni, alimentando dubbi sulla validità delle prove presentate.

Il quotidiano italiano Domani ha riportato che le lettere di Francesco, che invitavano Becciu a non partecipare al Conclave, sono state discusse durante le riunioni pre-Conclave, ma il loro peso giuridico rimane incerto. Alcuni cardinali ritengono che il Collegio abbia l’autorità di decidere autonomamente sull’ammissione di Becciu, mentre altri temono che qualsiasi decisione possa essere percepita come una politicizzazione del Conclave.