A distanza di giorni dal ritrovamento, continua ad espellere abbondante plastica. Si tratta di una tartaruga marina Caretta caretta, avvistata tra i rifiuti galleggianti da un operatore del porto di Procida. Ricoverata presso il Centro di recupero tartarughe marine “Anton Dohrn” di Napoli, è stata sottoposta agli accertamenti clinici sotto il controllo della dott.ssa Sandra Hochscheid, responsabile del Centro. A distanza di giorni la tartaruga continua ad evacuare plastica.

Come è noto questi rettili scambiano la plastica per prede naturali, come nel caso delle meduse. Si pensa che l’ingestione di tali materiali rappresenti una delle principali cause di morte. La plastica, infatti, provoca pericolosi blocchi gastro intestinali con accumulo di gas e seri problemi di galleggiamento. Questo, peraltro, era il sintomo di malessere che appariva nella tartaruga di Procida.

Tra gli altri danni inferti a questo animale dalle attività dell’uomo risultano taluni attrezzi da pesca. Si tratta, ad esempio, dei cosiddetti palangari (lunghe lenze armate con centinaia di ami), oltre che alle reti derivanti e a strascico. Frequenti, altresì, i ritrovamento di Caretta caretta con ferite causate dalle eliche delle imbarcazioni.
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