Un bambino di 11 anni è stato picchiato da tre persone, tra cui la madre, così da provocarsi traumi al viso, al labbro, allo zigomo e agli incisivi. Lo scopo? Rendere credibile un falso incidente per intascare un risarcimento dalle assicurazioni.
In totale, gli episodi contestati sono stati 15 e i carabinieri di Caserta hanno effettuato sei arresti. Nel dettaglio, gli accusati truffavano le compagnie assicurative denunciando incidenti stradali mai avvenuti nei quali, in alcuni casi, fingevano che vi fossero anche dei minorenni tra i feriti.
I Carabinieri della compagnia di Caserta, a conclusione di un’indagine coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal gip del Tribunale sammaritano nei confronti di 6 persone indagate a vario titolo per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di compagnie assicurative, furto, estorsione e traffico illecito di sostanze stupefacenti.
Cinque degli indagati sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari, uno a quella della custodia in carcere. Tra i destinatari figurano anche due avvocati, che curavano le pratiche e presentavano le richieste di risarcimento danni.
Le indagini sono state avviate nel gennaio 2018 a seguito del tentativo di negoziazione di un assegno clonato in un ufficio postale di Santa Maria Capua Vetere. Dagli approfondimenti è emersa l’esistenza di un’associazione con un modus operandi collaudato e dedita al compimento di frodi assicurative attraverso la denuncia di incidenti stradali non accaduti e, in alcuni casi, anche attraverso la produzione di certificati medici falsi, ottenuti inducendo in errore il personale sanitario degli ospedali locali su lesioni di volta in volta refertate.
Gli appartenenti all’associazione hanno coinvolto anche dei minori, a vario titolo legati da rapporti di parentela con gli indagati, che sono stati indicati quali soggetti «feriti» in occasione degli incidenti stradali non accaduti e portati al pronto soccorso, dove veniva dichiarato al personale sanitario che le lesioni, in realtà dipendenti da altra causa, erano state causate da un sinistro stradale.
In un caso tre degli indagati, tra cui la madre di un minore di 11 anni, hanno intenzionalmente provocato a quest’ultimo un trauma facciale con escoriazioni al labbro e allo zigomo e la frattura di due denti, dichiarando poi ai sanitari che il tutto fosse causato da un incidente stradale.
Dalle indagini sono emersi gravi indizi di colpevolezza anche in relazione a un furto di un’auto, avvenuto a Casagiove in provincia di Caserta, e alla successiva estorsione condotta con il meccanismo del cosiddetto «cavallo di ritorno» ai danni della proprietaria dell’auto.
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