Al Consiglio di Sicurezza dell’ONU Russia e Cina hanno posto il veto alla risoluzione elaborata dagli USA sulla tregua a Gaza che “determina l’imperativo di un cessate il fuoco immediato e prolungato per proteggere i civili di tutte le parti, consentire la consegna di assistenza umanitaria essenziale e alleviare la sofferenza umanitaria”. La risoluzione prevedeva anche la correlazione tra il cessate il fuoco e il rilascio di ostaggi da parte di Hamas.

Il testo ha ottenuto 11 voti a favore, 3 voti contrari (l’Algeria oltre al veto di Russia e Cina), e un astenuto, la Guyana.

In precedenza, gli Stati Uniti avevano posto il veto tre volte su simili risoluzioni di cessate il fuoco.

Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice degli Stati Uniti all’ONU, ha commentato: “Ancora una volta la Russia mette la politica davanti ai progressi”.

Prima del voto la diplomatica statunitense aveva chiesto il sostegno alla risoluzione dicendo che “vogliamo vedere un immediato e continuato cessate il fuoco come parte di un accordo che porti al rilascio di tutti gli ostaggi che sono nella mani di Hamas ed altri gruppi e permetta che entrino molti di più aiuti umanitari che salvano la vita a Gaza“.

La replica russa è arrivata con l’ambasciatore all’ONU, Vassily Nebenzia, secondo cui “supportare questo testo significa coprirsi di vergogna, non possiamo permettere al Consiglio di Sicurezza di essere uno strumento di Washington per le sue politiche in Medio Oriente. E il testo americano dà a Israele la luce verde per un attacco a Rafah. Per sei mesi il Consiglio di Sicurezza è stato incapace di chiedere un cessate il fuoco a Gaza a causa del ripetuto veto degli Usa, e ora dopo sei mesi con la Striscia praticamente spazzata via, gli Stati Uniti chiedono un cessate il fuoco”.

A proposito di Rafah, però, gli USA avrebbero chiesto ad Israele di non agire, tuttavia il primo ministro Benjamin Netanyahu, dopo un colloquio con il segretario di Stato americano Antony Blinken, ha fatto sapere di esere pronti a condurre l’offensiva militare anche senza il sostegno di Washington perché “non c’è modo di sconfiggere Hamas senza andare a Rafah ed eliminare il resto dei suoi battaglioni”.