Un ritrovamento eccezionale, riferisce Piernazario Antelmi, Delegato del WWF Campania. Non uno squalo verdesca, come inizialmente riferito da altri, ma una rarissima Kogia di Owen.

A determinare esattamente la specie sono stati gli esperti del WWF non convinti della forma dello sfiatatoio e delle pinne caudali. Per averne conferma era stato inviato ad alcuni esperti appropriato materiale fotografico che ha infine convalidato la specie. Finora, in Italia, vi era stato un unico spiaggiamento  avvenuto, nel 2002, lungo il litorale Agrigentino.

L’esemplare Campano è stato rilevato e censito dallo stesso Antelmi tramite le schede fornite dal Centro Studio Cetacei. Si tratta di una femmna adulta di 2,2 metri di lunghezza e di 250 chilogrammi di peso. Ad essere allertati del particolare ritrovamento l’Istituto Zooprofilattico di Portici e la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. Presso lo stesso Istituto Zooprofilattico verranno ora eseguiti gli esami autoptici mentre lo scheletro verrrà servirà per scopi didattici presso un museo.

Rimane da capire cosa ci faceva il rarissimo animale in una mare non segnalato per la specie, come il Mediterraneo. Due ritrovamenti in meno di cinque anni fanno pensare al WWF che forse di mezzo potrebbe esserci il riscaldamento dei mari. Contrariamente a quello che sembra, il Mediterraneo non è un animale caldo, “nutrito” come è dall’unica corrente (fredda) atlantica.

Il cetaceo in questione vive però nei mari caldi. Perchè da qualche tempo ha scelto di frequentare il nostro mare?

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