Ultimo minuto di una partita di calcio a cinque, in Brasile. Calcio di rigore contro la squadra ospite; succede di tutto: invasione di campo, con i tifosi che si accalcano intorno al calciatore incaricato della battuta. Il malcapitato è fatto oggetto di spinte, insulti di ogni genere, per fargli pressione e fargli sbagliare il tiro.

E’ successo in una favela, uno dei quartieri poveri e sovraffollati delle metropoli brasiliane, dove le bande da strada la fanno da padrone e dettano legge e dove le forze dell’ordine raramente si arrischiano a entrare. In questo contesto si gioca la partita, in un campetto in una struttura fatiscente, con in mattoni a vista, senza nemmeno l’intonaco. Il calcio, si sa, in Brasile è quasi una religione e anche nella versione a cinque, il futbol sala, ha un grande seguito e i suoi campioni acclamati.

Questa però è una partita tra squadre locali, dilettanti e l’ordine è mantenuto a malapena. Infatti, quando l’arbitro, sprezzante del pericolo per la sua incolumità, decreta il penalty a un minuto dalla fine succede il finimondo. Le immagini sono da mancare il respiro, da far venire la claustrofobia: decine e decine di spettatori entrano in campo e si ammassano vicino al calciatore che deve battere il penalty; sono allontanati, ma tornano alla carica. Una delle persone che deve far allontanare gli spettatori che premono sul battitore lo spinge e gli dice parole con una espressione chiaramente minacciosa; qualche altro, invece gli si avvicina per fargli forza, per dirgli una parola di incoraggiamento. A un certo punto, spunta persino un grosso revolver, ma per fortuna tutti mantengono il sangue freddo.

Chi avrebbe il carattere necessario a battere un rigore in queste condizioni? Eppure, il giocatore designato si avvicina alla palla, prende la rincorsa e…la palla va sul palo! Esplode l’esultanza dei tifosi di casa e forse è finita nel migliore dei modi.

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