Gli scienziati, che monitorano la centrale nucleare di Chernobyl, hanno affermato che le reazioni di fissione nucleare si stanno verificando di nuovo nelle macerie della sala del reattore, circa 35 anni dopo l’esplosione del nucleo. Lo riporta Unilad.

I sensori che monitorano le masse di combustibile di uranio sepolte nelle stanze del seminterrato del reattore hanno rilevato livelli crescenti di neutroni. Ciò significa che il processo di fissione utilizzato per creare l’energia nucleare si sta verificando in una delle stanze inaccessibili all’interno della centrale.

Sebbene i livelli stiano aumentando lentamente, gli scienziati stanno lavorando per capire la causa dell’attività e le azioni da intraprendere per prevenire il rischio di ulteriori radiazioni.

Maxim Saveliev, ricercatore presso l’Istituto per i problemi di sicurezza delle centrali nucleari a Kiev, ha affermato che ci sono «molte incertezze» sulla situazione all’interno del reattore, aggiungendo che «non possiamo escludere la possibilità di incidente».

Si ritiene che circa il 95% del combustibile originale proveniente dal reattore sia defluito nelle stanze del seminterrato dell’impianto in seguito al disastro dell’aprile 1986, formando «materiali contenenti carburante» (FCM).

Oggi c’è un sarcofago posizionato sopra i resti del reattore per contenere le radiazioni degli FCM, installato nel 2016 con un costo di oltre 1,5 miliardi di euro. Da allora il conteggio dei neutroni si è stabilizzato nella maggior parte dell’impianto ma Science Magazine riporta che, nella stanza interessata, i livelli sono quasi raddoppiati in quattro anni.

L’Ucraina sta lavorando per trovare modi per rimuovere gli FCM prima che raggiungano livelli critici. Attualmente, è troppo pericoloso per gli esseri umani accedere all’impianto per stabililzzare gli FCM che causano la reazione di fissione. Si sta pensando allo sviluppo di un robot in grado di resistere alle radiazioni per inserire i cilindri di boro nei depositi.

Sebbene non ci sia alcun rischio di una ricaduta nucleare in tutto il continente come quella osservata nel 1986, secondo gli espert un aumento esponenziale della fissione potrebbe causare «un rilascio incontrollato di energia nucleare» con gli esperti preoccupati che un’esplosione possa causare un collasso parziale del vecchio sarcofago.

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