Una virologa di Hong Kong, fuggita negli Stati Uniti ad aprile quando la pandemia di coronavirus era al culmine, ha affermato che la Cina era a conoscenza dell’infezione molto prima di annunciarlo al mondo.
Venerdì scorso, 10 luglio, in un’intervista rilasciata a Fox News, Li-Meng Yan, specializzata in virologia e immunologia presso la School of Publich Health di Hong Kong, ha dichiarato che i suoi supervisori hanno ignorato le sue ricerche quando la pandemia era appena cominciata, non permettendo così di salvare molte vite.
«Il motivo per cui sono ora negli Stati Uniti è perché ho diffuso la verità sul Covid-19», ha detto la dottoressa all’emittente statunitense da una località sconosciuta, aggiungendo che sarebbe stata uccisa se avesse tentato di raccontare questa storia in Cina.
Yan ha affermato di essere stata una delle prime scienziate al mondo a studiare il coronavirus dopo che un suo supervisore, il dott. Leo Poon, le ha chiesto lo scorso anno di esaminare un gruppo di casi simili alla SARS che stavano emergendo dalla Cina continentale.
Il governo di Pechino, poi, avrebbe impedito agli esperti stranieri, compresi quelli di Hong Kong, di fare ricerche in Cina e, quindi, la dottoressa si è rivolta ad altri per avere maggiori informazioni.
Yan, cresciuta in Cina, ha così sfruttato la sua rete di contatti professionali che lavorano nel Paese e un suo amico scienziato, impiegato presso il Center for Disease Control and Prevention cinese, che era a conoscenza dei casi, a dicembre avrebbe detto a Yan circa la diffusione da uomo a uomo del virus, molto prima rispetto a quanto fatto dalla Cina e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Quando Yan ha informato il suo supervisore, questi «ha appena annuito», dicendole di continuare a lavorare. Yan si è poi resa conto che i suoi colleghi cinesi hanno smesso di parlare del virus, astenendosi dal discutere la questione: «Non possiamo parlarne ma dobbiamo indossare le mascherine», ha raccontato la dottoressa.
Poi, mentre il numero dei casi di contagio da uomo a uomo cominciava a farsi pesante, Yan ha deciso di lasciare Hong Kong e di prendere un voto, nella notte del 28 aprile, per recarsi negli Stati Uniti d’America dove ora si è nascosta. L’esperta teme che il governo cinese stia tentando di offuscare la sua reputazione, accusandola di «crimini governativi» e attuando un cyber-attacco contro di lei per farla tacere.
Yan ha anche raccontato che il governo di Hong Kong ha messo a soqquadro il suo appartamento di Qingdao, coinvolgendo pure i suoi genitori che, quando le hanno parlato, le hanno chiesto di tornare a casa, molto probabilmente sotto pressione.
La Cina, lo sappiamo, ha sempre negato l’accusato di avere nascosto finché ha potuto l’epidemia di coronavirus ma l’amministrazione di Donald Trump non crede al Governo di Pechino.
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