Ci sono anche tre docenti siciliani fra i destinatari di provvedimenti di interdizione emessi a Firenze nei confronti di docenti universitari coinvolti in una inchiesta per concorsi truccati.
L’operazione condotta dalla procura Toscana ha portato all’arresto di sette docenti, all’interdizione all’insegnamento per altri 22 e a ben 150 perquisizioni in tutta Italia. Complessivamente sono 44 i docenti coinvolti a vario titolo nell’inchiesta e fra loro c’è anche l’ex ministro Augusto Fantozzi.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Firenze Antonio Pezzuti. In Sicilia il provvedimento riguarda un docente dell’Università di Messina e due docenti dell’Università di Palermo: Salvatore Sammartino, Daniela Mazzagreco di Palermo e Andrea Colli Vignarelli. Il ruolo dei docenti siciliani sarebbe, comunque, marginale rispetto a quello dei docenti per i quali sono stati stabiliti gli arresti domiciliari ma anche rispetto ad altri docenti che avrebbero avuto ruoli diversi.
Le misure coercitive sono state disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze Angelo Antonio Pezzuti su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal Procuratore Capo, Giuseppe Creazzo, a seguito di articolate investigazioni svolte dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze coordinate dal Proc. Agg. Dott. Luca Turco e dal Sost. Proc. Dott. Paolo Barlucchi.
Complessivamente sono 44 i docenti finiti sotto la lente di ingrandimento della procura di Firenze ma non per tutti il gip ha accettato le richieste. Per nove le misure cautelari sono state respinte e per altri sette, fra cui l’ex ministro Fantozzi, si è riservato la decisione in seguito.
La Procura di Firenze ipotizza ‘sistematici accordi corruttivi tra professori di diritto tributario finalizzati a rilasciare le abilitazioni all’insegnamento secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori, con valutazioni non basate su criteri meritocratici bensì orientate a soddisfare interessi personali, professionali o associativi’ e arriva a ipotizzare perfino la corruzione.
Il contesto investigativo ha preso le mosse dal tentativo, secondo gli inquirenti, di alcuni professori universitari di indurre un ricercatore universitario, candidato al concorso per l’Abilitazione Scientifica Nazionale all’insegnamento nel settore del “diritto tributario”, a “ritirare” la propria domanda, allo scopo di favorire un terzo soggetto in possesso di un profilo curriculare notevolmente inferiore, promettendogli che si sarebbero adoperati con la competente Commissione giudicatrice per la sua abilitazione in una successiva tornata. Gli approfondimenti investigativi avrebbero consentito, sempre secondo l’accusa, di accertare sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario, alcuni dei quali pubblici ufficiali in quanto componenti di diverse Commissioni nazionali (nominate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per le procedure di Abilitazione Scientifica Nazionale all’insegnamento nel settore scientifico diritto tributario, finalizzati a rilasciare le citate abilitazioni secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori, con valutazioni non basate su criteri meritocratici bensì orientate a soddisfare interessi personali, professionali o associativi.
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