Il virologo Roberto Burioni ha voluto approfondire e soprattutto confutare uno dei ‘luoghi comuni’ dell’epidemia, ovvero che la maggioranza dei decessi in Italia non sono avvenuti per il coronavirus ma con il coronavirus. Non si tratta di una differenza da poco, in quanto sostenere la seconda tesi significa irrimediabilmente sottovalutare quanto sta succedendo.
L’esperto ha, infatti, affermato: «Ogni giorno le istituzioni al momento della lettura dell’ultimo bollettino dichiarano che i decessi sono tutti legati a quadri clinici complicati ed a patologie pregresse. Pensare che siano morti pazienti già malati è una sorta di rassicurazione per chi si sente sano, ma in realtà è sbagliato dire che i 197 italiani siano morti con e non di coronavirus».
Burioni è, quindi, certo: «Posto che si muore sempre per un arresto circolatorio, tutti sono morti a causa del coronavirus. Se un malato terminale lo contrae, non ce ne accorgiamo neanche».
Poi, rivolgendosi a chi ipotizza che siano imputati al Covid-19 decessi provocati da altre patologie, il virologo ha affermato: «Questo assolutamente non avviene».
Burioni, direttore scientifico del magazine online Medical Facts, ha rimarcato questo pensiero anche su Twitter: «La scemenza più acuta che si sente -dopo ‘è solo un’influenza’ che ormai è stata smentita dalla dura realtà – è ‘non è morto per il coronavirus ma con il coronavirus’. Presto ne parleremo».
Di stamattina, infine, è questo tweet: «Un paziente oncologico di 88 anni che mentre sta andando a giocare a carte con gli amici viene investito da una bicicletta si rompe il femore e muore è una vittima del tumore o della frattura del femore?».
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