“Ci aspettiamo che il Governo, il ministro, il capo del Dap, così veloci nel prendere i provvedimenti a favore dei detenuti, dimostrino altrettanta responsabilità mettendo i poliziotti penitenziari nelle condizioni di lavorare con un minimo di sicurezza sia per la loro incolumità che per la loro salute“.

Lo afferma il segretario del Sappe, Federico Pilagatti, che avverte: “dopo la rivolta dei detenuti, scatta la rabbia dei poliziotti, che, “a quanto ci risulta, starebbero valutando di presentare in massa richiesta di dimissioni”.

“In questi ultimi giorni – lamenta Pilagatti – i poliziotti penitenziari hanno sopportato di tutto fronteggiando, da soli e senza mezzi, le gravi rivolte dei detenuti che hanno distrutto una trentina di carceri, con un bilancio da guerra: 12 morti e 72 evasi dal carcere di Foggia (fortunatamente ripresi quasi tutti). Data l’eccezionalità e la gravità della situazione, quando accadono questi episodi di guerriglia in cui vengono messi in discussione i diritti fondamenti di uno Stato civile, Ministro della Giustizia e Capo del DAP dovrebbero essere presenti e pronti ad impartire disposizioni e dare coraggio ai poliziotti. Invece, nell’Italia degli Schettino, anche alcuni comandanti delle carceri hanno ritenuto bene di sparire, per poi riapparire con dichiarazioni irritanti e sconclusionate”.

Il Sappe, “pur condividendo in pieno le gravi preoccupazioni dei lavoratori abbandonati a sé stessi, sta chiedendo alle migliaia di donne e uomini in divisa un ulteriore gesto di responsabilità, restando a presidiare le carceri, senza abbassare la guardia, perché la situazione dei penitenziari è tutt’altra che risolta. Infatti, la grande tensione tutt’ora presente, può sfociare in qualsiasi momento in qualche cosa di ancora più grave di quanto finora accaduto, anche se i detenuti iniziano a monetizzare il premio per aver distrutto tante carceri, come la detenzione domiciliare o l’adozione del braccialetto elettronico”.

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