Cos'ha detto il primario del reparto di malattie infettive del Sacco di Milano

“Ci ha infettato un agghiacciante unico caso dalla Germania”, lo ha detto Massimo Galli

La scienza, oltre ad occuparsi della ricerca del vaccino e di altri farmaci per ridurre le complicanze, si sta anche interrogando sulle origini dell’epidemia del coronavirus.

In merito a quest’ultimo aspetto, vanno sicuramente segnalate le parole di Massimo Galli, primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, intervistato a Cento Città su Radio1.

«Un agghiacciante unico caso di una persona che si è infettata a Monaco di Baviera da una signora cinese – ha detto il professore – È questa la sventura che ha colpito tutta la cosiddetta prima zona rossa. Tutta l’epidemia viene da lì». Galli ha poi aggiunto: «Questo ha consentito al virus di espandersi in quattro settimane, nonostante siamo stati i primi a chiudere i voli dalla Cina. Siamo stati presi alle spalle da un contagiato tedesco».

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Anche Fabrizio Sala, vicepresidente della Regione Lombardia, intervenendo ai microfoni di SkyTg24, ha detto: «Abbiamo sempre più evidenza scientifica che il contagio in Lombardia sia arrivato dalla Cina alla Germania e da lì alla Lombardia. Non è per fare una critica alla Germania, ma per capire che non è l’Italia il Paese degli untori, ma è una emergenza di carattere internazionale».

C’è da dire, inoltre, che il 5 marzo scorso, sul New England Journal Medicine, è stata pubblicata una lettera di medici tedeschi in cui è stato spiegato che il primo caso di Covid-19 in Europa sarebbe avvenuto proprio in Germania il 24 gennaio. A essere contagiato un 33enne che, poi, ha trasmesso il Covid-19 a chi gli è stato vicino quando era sintomatico.

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In sintesi, stando a quanto riportato sulla rivista scientifica, l’uomo ha manifestato febbre alta e sintomi respiratori il 24 gennaio dopo avere partecipato a un meeting il 20 e il 21 gennaio in cui c’era anche una collega di Shanghai, rimasta in Germania dal 19 al 22 gennaio senza alcun sintomo.

La donna, poi, ha cominciato a stare male durante il ritorno in Cina e la sua positività è stata accertata il 26 gennaio. Il giorno successivo la cinese ha informato i colleghi tedeschi e in Germania, di conseguenza, sono stati subito avviati i test diagnostici su quanti erano entrati in contatto con lui e questo ha permesso di risalire al 33enne quando ancora non avvertiva i sintomi.

Ora, quanto detto dal professore Galli e quanto riportato sulla rivista scientifica, sembrano concordare su un fatto: il contagio sarebbe partito dalla Germania e da lì poi il coronavirus sarebbe giunto anche in Italia.

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