Dopo che il nuovo coronavirus – SARS-CoV-2 – entra nel corpo umano, sembra che raggiunga non solo i polmoni: è stato trovato nei reni, nel cuore, nel fegato, nel tratto gastrointestinale. E ora, secondo uno studio, è stato individuato anche nel liquido seminale.
Tuttavia, i risultati della ricerca, pubblicati ieri, giovedì 7 maggio, sulla rivista JAMA Network Open, non significano necessariamente che il virus possa essere trasmesso sessualmente.
Lo studio ha coinvolto 38 uomini a Shangqiu, in Cina, risultati positivi al test COVID-19 con sintomi o guariti di recente. I partecipanti hanno fornito campioni di liquido seminale, analizzato dai medici per attestare la presenza del SARS-CoV-2, il virus che causa il COVID-19.
Quindi, i ricercatori hanno rilevato il virus nello sperma di sei partecipanti, pari al 16% del totale. Di questi, 4 pazienti manifestavano anche i sintomi del COVID-19 e 2 pazienti si erano ripresi da poco.
È importante sottolineare, come rimarcato su LiveScience.com, che, sebbene i ricercatori abbiano rilevato materiale genetico da SARS-CoV-2 nel seme, lo studio non dimostra che queste particelle di virus siano ‘vitali’ o in grado di trasmettere l’infezione.
Al New York Times il dott. Stanley Perlman, professore di microbiologia, immunologia e pediatria all’Università dell’Iowa, non coinvolto nello studio, ha affermato: «Questa è una scoperta interessante ma deve essere confermato che esista un virus infettivo, non solo un prodotto virale nel seme».
Inoltre, non è chiaro per quanto tempo il virus permanga nello sperma, dato che i partecipanti allo studio stavano ancora mostrando i sintomi del COVID-19 o si erano ripresi solo di recente. E ancora, altri studi non hanno rilevato il SARS-CoV-2 nei pazienti guariti da un periodo più lungo.
Infine, la trasmissione del COVID-19 tramite un rapporto sessuale sembra più probabile perché avviene tramite il contatto ravvicinato e l’inalazione di goccioline respiratorie, piuttosto che attraverso il liquido seminale.
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