Dall’Islanda arriva uno studio che suggerisce che gli anticorpi contro il Sars-CoV-2, il coronavirus che causa il Covid-19, abbiano una durata di almeno quattro mesi nella maggior parte delle persone.

Come riportato su IFLScience.com, si discute spesso di immunità, anticorpi e infezione ma c’è ancora molto da sapere. Tuttavia, a differenza di alcuni studi precedenti, questa nuova ricerca mostra in modo rassicurante che un certo livello di immunità significativa al Covid-19 può essere raggiunto in alcune persone per almeno quattro mesi. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine.

Innanzitutto, l’Islanda ha testato circa il 15% della sua popolazione. Quindi, approfittando di così tanti test, gli scienziati hanno cercato gli anticorpi nei campioni di sangue prelevati da oltre 30.500 persone in Islanda (oltre l’8% degli islandesi).

Ebbene, gli studiosi hanno scoperto che oltre il 91% delle 1.797 persone guarite dal Covid-19 in Islanda è risultato positivo agli anticorpi. Inoltre, un sottogruppo di quasi 2.000 persone ha mostrato che i livelli degli anticorpi specifici per il virus sono rimasti stabili per almeno quattro mesi dopo la diagnosi iniziale. Hanno anche scoperto che i livelli degli anticorpi hanno continuato ad aumentare nei primi due mesi e poi si sono stabilizzati nei due mesi successivi.

Kari Stefansson, autore senior dello studio e CEO di deCODE genetics (società privata di biofarmeceutica), ha affermato in una nota: «Siamo lieti di potere mettere a tacere la preoccupazione secondo cui il numero degli anticorpi antivirali possa diminuire entro poche settimane dall’infezione».

Insomma, uno studio promettente anche se altri ricercatori si sono affrettati a rimarcare che l’apparente immunità a una nuova malattia può essere una cosa volubile. Innanzitutto, l’immunità non riguarda soltanto gli anticorpi. La risposta immunitaria a un patogeno, infatti, si basa anche su un esercito ben addestrato di cellule B (il globulo bianco che secerne gli anticorpi) e cellule T (che uccidono direttamente le cellule che sono state infettate da un invasore).

Un altro limite della ricerca è che la società islandese è unica e omogenea, con una piccola popolazione derivante da un’origine etnica e geografica in gran parte unica. Ciò significa che i risultati dei loro test potrebbero non riflettere necessariamente la situazione in altri Paesi.

Tuttavia, mentre la natura dell’immunità al Covid-19 resta confusa, questa nuova ricerca dall’Islanda fornisce qualche speranza sull’immunità dopo la guarigione.

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