Stamattina, ‘digerita’ la conferenza stampa di ieri sera del premier Conte, la domanda che gli italiani si stanno facendo è chi siano i congiunti che si potranno incontrare dal 4 maggio in poi, al netto di party e riunioni familiari.

COSA DICE IL DPCM

Innanzitutto, il DPCM dice: «Sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie». Quindi, si potrà andare a casa dei ‘congiunti’ con le mascherine.

«In ogni caso – prosegue il testo – è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; è in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza».

Il DPCM, inoltre, prevede che è possibile rientrare dall’estero in Italia per incontrare i congiunti o per rientrare nel proprio domicilio o residenza. Gli italiani che rientrano in patria, al momento dell’arrivo, dovranno comunicare i motivi del viaggio, l’indirizzo completo dell’abitazione o della dimora in Italia dove sarà volto il periodo di quarantena, il mezzo di trasporto privato che verrà utilizzato per raggiungere la stessa e il proprio recapito telefonico.

IL TERMINE CONGIUNTO E I DUBBI

Ora, congiunto è un termine vago. Come spiegato all’Adnkronos da Alfredo Mantovano, magistrato della Corte di Cassazone e vicepresidente del Centro Studi Livatino, «la terminologia usata dal Governo continua a essere del tutto imprecisa. Il codice civile conosce le categorie del ‘familiare’, dell”affine’, del ‘coniuge’ e più di recente del ‘convivente’. ‘Congiunto’ richiama più i manifesti funebri: sorprende che la quantità di esperti, tecnici e task force faccia sfuggire sostantivi così imprecisi, soprattutto quando da essi dipende la vita quotidiana degli italiani, e l’applicazione di sanzioni».

Inoltre, per congiunto naturalmente non s’intendono gli amici e i fidanzati o le fidanzate. Ed è questa una brutta botta, specialmente per i più giovani che attendevano il 4 maggio per potere ‘riabbracciare’ (con le opportune distanze) i propri conoscenti più cari. Sì, perché il termine congiunto indica il requisito del vincolo di sangue. Le proteste, insomma, non mancano. Resta, infine, il mancato chiarimento della quantità relativa al termine assembramento. In quanti è lecito andare a casa dei parenti? E quando non lo è?

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