In Friuli Venezia Giulia e in particolare a Trieste – dove negli scorsi giorni ci sono state manifestazioni di No Green Pass e No Vax – nelle ultime 4 settimane c’è stato un progressivo aumento dell’incidenza dei casi di Covid-19 con un aggravamento nell’ultima.

È stato spiegato in conferenza stampa in Regione, alla presenza del presidente, Massimiliano Fedriga, e del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza. In Regione ci sono stati 1.534 nuovi casi nell’ultima settimana, con un’incidenza di 128 casi per 100mila abitanti. A parità di numero di tamponi, nell’ultima settimana c’è stato un raddoppio del tasso di positività. E i dati di oggi mostrano il superamento della prima soglia delle terapie intensive, “siamo intorno al 10%. Ancora lontana invece la soglia del 15% per i reparti ordinari”.

La situazione di Trieste è di particolare preoccupazione: nell’ultima settimana la provincia ha evidenziato 801 nuovi casi in una settimana, con un’incidenza di 350 casi per 100mila abitanti. Sono il doppio dei casi rispetto alla settimana precedente, con un aumento esponenziale”. Un dato che fa “ritornare indietro alla primavera del 2020”. Inoltre, tra i nuovi contagi nell’ultima settimana a Trieste, è stato trovato un focolaio di 93 casi tra partecipanti a manifestazioni no green pass. Sono tutti soggetti non vaccinati, che non utilizzavano mascherine e non rispettavano il distanziamento. E ancora: la copertura vaccinale in Friuli Venezia Giulia è di alcuni punti inferiore al dato nazionale e a Trieste è di 5 punti inferiore al resto della regione.

Riccardo Ricciardi, vicepresidente del Friuli Venezia Giulia ha commentato: “Noi non siamo stati colti impreparati da questa situazione. Riferendo all’aula una decina di giorni fa avevamo previsto questo aumento dei contagi e le manifestazioni di piazza hanno purtroppo dato un contributo. Nella quota significativa di popolazione non vaccinata ci sono purtroppo molti giovani, che hanno anche una mobilità maggiore. Inoltre viviamo in un’area dove ai nostri confini c’è una circolazione del virus elevata”.

Lavoriamo e abbiamo sempre lavorato per prepararci, anche per puntare a evitare cambi di colore che creerebbero problemi maggiori. La nostra resta una sorveglianza sanitaria tra le più alte del Paese – ha aggiunto Ricciardi – c’è meno disponibilità alla collaborazione rispetto ai primi mesi della pandemia, alcune centinaia di persone non comunicano dove ritengono di aver contratto il virus”.

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