E’ allarme rosso per i contagi da covid19 in Italia di infermieri. Secondo i dati forniti dall’istituto superiore della sanità, in Italia nell’ultimo mese si sono registrati 5.592 operatori sanitari infettati, 186 ogni 24 ore di cui ben 152 sono infermieri. La preoccupazione è legata soprattutto alla nuova variante Omicron.

L’sos delle sigle di categoria

“Ci avviciniamo pericolosamente a quota 6mila – sottolinea in una nota il Nursing up -, senza interventi organizzativi omogenei e strutturali, quanti nuovi infetti da Omicron saremo chiamati a contare tra qualche tempo? Quanto tempo reggeranno quei pochi infermieri del servizio sanitario nazionale, da anni senza ferie, chiamati a garantire turni massacranti, esposti sempre di più a gravi fenomeni di burnout? Nel pieno di questa nuova ondata, le nostre indagini confermano, come in passato che, con il possibile raggiungimento dell’acme dei ricoveri, che hanno già superato un buon 10% di aumento in molte Regioni, ci avviamo a toccare nuovamente anche l’apice della carenza di personale. La necessità di forze nuove tocca quota 80-85 mila”.

La Sicilia al momento fuori pericolo

Secondo le informazioni in possesso del sindacato c’è una nuova Regione, la Calabria, che si aggiunge alla lista in cui erano presenti Emilia Romagna, Veneto, Friuli, Campania, Lombardia, che è entrata nell’occhio del ciclone, con infermieri alle prese con turni massacranti e con il pronto soccorso di Cosenza nel pieno caos, a causa di una situazione già difficile legata alla cronica carenza di personale. “Il giorno di natale, – si legge nella nota – il pensiero del Nursing Up va ai nostri infermieri, ai gladiatori delle corsie, agli uomini e alle donne imprigionati dalle catene del pressappochismo e dell’indifferenza di una politica che è nemico ben più agguerrito della belva agguerrita della quarta ondata. Insomma, gli infermieri italiani, come gli schiavi della storia romana, imprigionati alle catene del precariato e della carenza di personale, si ritrovano nuovamente di fronte al nemico di una emergenza sanitaria che non vuole saperne di lasciarci vivere da uomini liberi”.

L’attacco alla politica per le stabilizzazioni

“Ma a far ben più male della morsa delle catene, come accadde nella storia, è l’atteggiamento di una ‘platea politica’ che ci volta le spalle, indifferente da tempo a quanto accade al centro della contesa – attacca Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up -. Gli infermieri non possono più permettersi di vivere sull’orlo di un precipizio, con il rischio concreto di finirvi dentro, con l’eterno batticuore di un futuro incerto. Perché i 23mila infermieri precari assunti durante l’emergenza restano, paradossalmente, ancora in spasmodica attesa di una stabilizzazione? Eppure, quei quasi 80 mila posti vuoti negli organici tributano un encomio fattuale al lavoro di quelli che restano, perché sono proprio questi ultimi, che ogni giorno reggono le sorti del sistema anche per quelli che mancano”.

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