In Italia l’indice di trasmissione (RT) calcolato sui casi sintomatici e riferito al periodo 30 luglio – 12 agosto è pari a 0,83. Lo riporta il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e del Ministero della Salute.

Nel documento si legge: «Questo indica che, al netto dei casi asintomatici identificati attraverso attività di screening/tracciamento dei contatti e dei casi importati da stato estero (categorie non mutuamente esclusive), il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro Paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane».

Tuttavia, si legge sempre nel documento che «in questo particolare momento dell’epidemia, l’indice di trasmissione (Rt) calcolato sui casi sintomatici, pur rimanendo l’indicatore più affidabile a livello regionale e confrontabile nel tempo per il monitoraggio della trasmissibilità, potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale. Pertanto l’Rt nazionale deve essere sempre interpretato tenendo anche in considerazione il dato di incidenza».

Sul report poi c’è scritto che «nella settimana di monitoraggio 10-16 agosto sono stati riportati complessivamente 1077 focolai attivi di cui 281 nuovi (la definizione adottata di focolaio prevede la individuazione di 2 o più casi positivi tra loro collegati), entrambi in aumento per la terza settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 925 focolai attivi di cui 225 nuovi)». «Questo comporta un forte impegno dei servizi territoriali nelle attivitàdi ricerca dei contatti che si sta dimostrando efficace nel contenere la trasmissione locale del virus come dimostrato da valori di Rt inferiori a 1 nella maggior parte delle Regioni».

Il report ha anche evidenziato che i casi di infezione da coronavirus diagnosticati recentemente sono legati soprattutto ad attività ricreative, risultano essere meno gravi e in maggioranza asintomatici: «Si riscontra – si legge nel documento – un cambiamento nelle dinamiche di trasmissione (con emergenza di casi e focolai associati ad attività ricreative sia sul territorio nazionale che all’estero) ed una minore gravità clinica dei casi diagnosticati che, nella maggior parte dei casi, sono asintomatici».

Infine, è scesa intorno a 30 anni l’età più frequente in cui avvengono i contagi da nuovo coronavirus: «In Italia, come in Europa e globalmente, si è verificata una transizione epidemiologica dell’epidemia da Sars-CoV-2 con un forte abbassamento dell’età mediana della popolazione che contrae l’infezione. L’età mediana dei casi diagnosticati nell’ultima settimana e’ di 30 anni».

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