Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Ircss Istituto Ortopedico Galeazzi e virologo dell’Università degli Studi di Milano, ad Agorà, su Rai3, commentando l’andamento dei contagi in italia, prevede che ” si possano raggiungere entro Natale 30.000 contagi al giorno in Italia. La situazione non è piacevole che potrebbe determinare ulteriori effetti di appesantimento dell’assistenza sanitaria, siamo in una fase crescente”. Per l’esperto, questo andamento potrebbe corrispondere “a circa 200-250 morti al giorno, secondo i modelli matematici”.

“Ogni contatto interumano – ha precisato Pregliasco – ha una probabilità di rischio, e di contatti ne abbiamo tanti grazie alla vaccinazione. L’alternativa è il lockdown, che si è dimostrato esser efficace”, ha ricordato. A fronte di questa situazione, “Fratelli d’ Italia è all’opposizione, ma la fa in malo modo perché non offre indicazioni operative rispetto alle alternative. È vero che si potrebbe fare di più su scuola, trasporti e altro, ma è un concetto astratto”.

Obbligo vaccinale

Sull’obbligo vaccinale: “L’obbligatorietà è simbolica, non potremmo andare a vaccinare forzosamente le persone, quindi è chiaro che uno zoccolo duro di non vaccinati rimarrà. Un compromesso accettabile è un green pass che sia più stringente dell’andamento epidemiologico, perché queste ondate di contagi ci saranno ancora per lungo tempo. Il nodo è ottenere una convivenza migliore possibile col virus, anche grazie ai farmaci. Ma i farmaci non sono un’alternativa che può sostituire i vaccini”.

Vaccino per i bambini

In merito al vaccino per i bambini da 5 a 11 anni, che sarà disponibile dal 16 dicembre anche in Italia, “c’è un focus esagerato sugli eventi avversi. Invece la casistica su 4 milioni di bambini vaccinati negli Stati Uniti, mostra addirittura dati di sicurezza maggiori di quanto osservato negli adolescenti”.

Quanto all’importanza di vaccinare i più piccoli ha detto: “la variante delta infetta i bambini più di altre varianti perché riesce a agganciare i loro recettori, diversamente dal virus originale. Sappiamo che l’1% va in ospedale, uno su 3.000-4000 ha sindrome infiammatoria multi sistemica, un terzo ha long Covid, insomma non è una passeggiata. Le possibili conseguenze sono molto più basse rispetto a quelle che possono interessare i nonni ma non si puo’ dire neanche siano irrilevanti”.

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