Il caso del ragazzino del catanese picchiato da un gruppo di bulli per un commento su Facebook riapre la polemica sul Cyberbullismo che cresce anche in Sicilia come più in generale nel Paese.

Da 24 minori denunciati nel 2014 si è passati a 64, nel 2015. Sono numeri in aumentano quelli del cyberbullismo e le vittime, forse, cominciano ad alzare la testa per guardare in faccia il proprio cyberbullo. Il reato più denunciato è “diffusione di materiale pedopornografico” mentre un anno fa era “diffamazione online”.

Ma a seguire la bella notizia c’è un dato negativo: i casi trattati sono nettamente in calo rispetto allo scorso anno, passando da 317 a 228. In questo caso il reato che va per la maggiore, a conferma del dato del 2014, è il furto d’identità.

Malgrado tutto però i numeri delle denunce dei reati a mezzo web sono ancora molto bassi, tornano ai livelli del 2013, e non rispecchiano esattamente la portata del fenomeno, in aumento specie tra i giovani studenti. Forse per paura o forse per vergogna, in Italia ancora il cyberbullismo non è denunciato.  Secondo lo studio Censis, svolto in collaborazione con la Polizia Postale e delle Comunicazioni, il 52 per cento dei presidi italiani ha dovuto gestire all’interno della propria scuola episodi di bullismo digitale; in particolar modo il sexting è il fenomeno maggiormente diffuso seguito dall’adescamento online. Il 51% dei ragazzi, sempre secondo lo studio, si sono rivolti alle forze dell’ordine.

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