I venti dell’Isis soffiano anche in Italia. E cresce la preoccupazione per la minaccia jihadista, soprattutto dopo il tragico attentato a Parigi dello scorso novembre. In Europa è molto alto il rischio di altre azioni eclatanti da parte dei terroristi e l’Italia è particolarmente esposta a causa del Giubileo in corso, appuntamento importante per la cristianità.

C’è poi il pericolo legato a presunti terroristi infiltrati tra i migranti, anche se non ci sono riscontri investigativi in tal senso in merito ai flussi migratori provenienti dal Nord Africa. Massima allerta invece per i flussi migratori che avvengono lungo la rotta balcanica. Ciò in cui bisogna sperare è la stabilizzazione della situazione in Libia.

Sono questi, in sintesi, i punti cardine della relazione annuale consegnata dai servizi d’intelligence al Parlamento. Parigi, evidenzia il documento, “ha verosimilmente inaugurato una strategia di attacco all’Occidente destinata a consolidarsi”. Potenziali autori degli attacchi potrebbero essere sia emissari dello Stato Islamico inviati ad hoc, inclusi foreign fighters addestrati in teatri di guerra, che militanti già presenti e integrati mimetizzati in Europa. Un “ulteriore elemento di pericolo» arriva poi dal rischio emulazione”.

La propaganda jihadista ha poi spesso dipinto l’Italia come stato nemico per i suoi rapporti con Usa e Israele e per il suo impegno contro il terrorismo.

A destare grande preoccupazione anche i foreign fighters, o combattenti stranieri dello Stato islamico, circa una novantina, ed in costante aumento. Particolarmente critico appare, secondo l’ intelligence, “l’auto-reclutamento di elementi giovanissimi, al termine di processi di radicalizzazione spesso consumati in tempi molto rapidi e ad insaputa della stessa cerchia familiare”.

Il terrorismo preoccupa anche per la sua dimensione economica. Lo segnala la relazione e ieri lo ha detto anche il ministro dell’ Economia, Pier Carlo Padoan: “Siamo di fronte ad una proliferazione della rete internazionale di finanziamento del terrorismo che sta inquinando i sistemi finanziari e i mercati e di conseguenza richiede particolare attenzione. Il petrolio è una fonte rilevante di finanziamento per l’ Isis, stimata in almeno 100 milioni di dollari annui”.

Intanto mancano meno di 100 giorni agli Europei di calcio 2016. Dall’ organizzazione, per la prima volta, si è parlato ieri di possibili incontri “a porte chiuse» nella fase finale” e dell‘utilizzo di squadre speciali antiterrorismo negli stadi.

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