Gli Stati Uniti hanno avvertito l’ONU: ritengono che la Russia abbia in programma di uccidere un gran numero di critici, dissidenti e “popolazioni vulnerabili” in Ucraina o di mandarli nei campi dopo l’invasione. Il Cremlino ha subito negato: il portavoce Dmitry Peskov ha parlato di “finzione assoluta”.
È stata l’ambasciatrice Bathsheba Nell Crocker, rappresentante degli USA presso l’Ufficio delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali a Ginevra, in una lettera all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, a diffondere questa notizia, riportata dal Washington Post.
Anche NBC News ha ottenuto la lettera in cui si legge: “Abbiamo informazioni credibili che indicano che le forze russe stiano creando elenchi di ucraini da uccidere o inviare nei campi dopo un’occupazione militare”. Peskov, però, ha smentito: “Non esiste una lista simile”.
Crocker ha, inoltre, affermato nella missiva che la Russia “probabilmente prenderà di mira coloro che si oppongono alle azioni russe, compresi i dissidenti russi e bielorussi in esilio in Ucraina, giornalisti e attivisti anticorruzione e le popolazioni vulnerabili come le minoranze religiose, etniche e LGBTQI+”. Insomma, il Cremlino potrebbe mettere in atto “violazioni e abusi dei diritti umani” su larga scala. E ancora: “Abbiamo anche informazioni credibili sul fatto che le forze russe probabilmente utilizzeranno misure letali per disperdere le proteste pacifiche”. Antony Blinken, segretario di Stato degli USA, ha sollevato la questione con il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la scorsa settimana.
Intanto, prosegue la ricerca di una soluzione diplomatica alla crisi. L’ufficio di Emmanuel Macron ha dichiarato ieri sera, domenica 20 febbraio, che il presidente francese ha mediato per un incontro tra i presidenti Joe Biden e Vladmir Putin ma il Cremlino ha già fatto sapere che tale vertice è ancora “prematuro”. La Casa Bianca resta convinta che l’invasione russa sia imminente.
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