È salito a quattro il bilancio del crollo nel cantiere di un supermercato Esselunga a Firenze. Infatti, i vigili del fuoco, che hanno lavorato tra le macerie per tutta la notte, hanno recuperato il corpo del quarto operaio. Quindi, ne resta diperso un altro. Tre i feriti, di cui due in gravi condizioni ma non in pericolo di vita.

L’incidente è stato causato dal cedimento di una trave che ha provocato un crollo a catena dei solai: otto le persone travolte. Le operazioni dei vigili del fuoco, impegnati solo ieri in 50 nelle operazioni di ricerca e scavo, proseguono.

Tra le vittime un italiano di 60 anni, Luigi Coclite, di origine nordafricana le altre. Tutti originari della Romania i tre feriti. Oggi proclamato il lutto cittadino a Firenze, con un minuto di silenzio alle 15, con il sindaco Dario Nardella che sarà presente in piazza della Signoria.

L’ipotesi

Nella tragedia “il crollo potrebbe essere legato proprio alla tipologia” della struttura “si tratta di prefabbricati in calcestruzzo armato: i materiali sono ottimi, ma se le procedure di montaggio non si eseguono correttamente, basta un urto modesto per provocare il cedimento”.

Così l’ingegnere Gianpaolo Rosati, docente di Tecnica delle costruzioni al Politecnico di Milano e perito del GIP per la tragedia del ponte Morandi, intervistato da Il Messaggero.

Secondo il docente il video fornisce poi un elemento rilevante. “Si vede una trave sulla quale c’è una colonna montata in verticale. In questo caso travi, fondazioni, setti, sono pezzi prodotti in uno stabilimento, fatti arrivare alla resistenza richiesta – ha aggiunto – e stoccati in magazzino. In Italia questa tecnica viene utilizzata per edifici commerciali e industriali, all’estero anche per abitazioni civili”.

Nel caso specifico di Firenze “travi e colonne già finite vengono portate in cantiere e collegate tra loro. Un po’ come avviene con il meccano. Con questa procedura ci sono fasi di montaggio in cui la struttura è altamente instabile, è sufficiente una debole forza trasversale per provocare il crollo. È rapidissimo. Non si fa in tempo a scappare, nemmeno a voltarsi”.