Si sospetta che abbiano viaggiato per ben 40 ore. Si tratta di cuccioli di cane sequestrati nel porto di Brindisi. I piccoli animali provenivano dall’Ungheria e stante quanto comunicato dall’OIPA dovevano essere smistati a vari venditori.

L’intervento, operato dalla Guardia di Finanza, ha così consentito di porre sotto custodia cautelare 32 cuccioli di razze cosiddette da compagnia. Si tratta proprio degli animali più richiesti, specie nel periodo natalizio, per acquirenti disposti a spendere meno senza capire la sofferenza che si cela dietro i traffici illegali.

Il Nucleo di Guardie ecozoofile OIPA di Trani, che ha coadiuvato i Finanzieri, informa che i cuccioli sono stati consegnati in custodia agli stessi volontari, sezione di Trani. Saranno loro a provvedere alle cure di alcuni di loro, trovati positivi alla parvovirosi. Si provvederà poi per l’adozione. Proprio a causa dell’infezione riscontrata, alcuni cuccioli sono stati ricoverati d’urgenza all’ospedale veterinario di Bari, ma i più deboli, purtroppo, non ce l’hanno fatta e sono deceduti subito dopo il contagio.

I controlli della Guardia di Finanza parrebbero evidenziare come molti animali siano di età inferiore a quella riportata nei documenti di viaggio. Alcuni avrebbero avuto solamente tra i 50 e 70 giorni di vita, contrariamente a quanto prevede la legge, che consente di introdurre nel territorio nazionale solo cuccioli in età non inferiore a 3 mesi e 21 giorni, termine minimo per l’esecuzione dell’intera profilassi vaccinale.

Si sospetta inoltre che i passaporti dei cuccioli, unico documento idoneo ad accertare l’effettiva esecuzione della vaccinazione antirabbica, potrebbero essere stati falsificati. In aggiunta a ciò, afferma sempre OIPA, la durata del viaggio non sarebbe stata idonea al trasporto di cuccioli di tenera età. Anziché privilegiare tragitto più corto via terra, attraverso i valici del Nord-Est italiano (percorribile in 20 ore), il venditore e l’autista avevano invece optato per un lungo tragitto attraverso la Romania, la Bulgaria, la Grecia ed, infine, via mare.
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