Novak Djokovic, il campione serbo numero 1 del ranking ATP, parteciperà agli Australian Open, primo Grand Slam della stagione 2022, pur non essendo vaccinato contro il Covid-19 e anche se le nuove regole in vigore prevedrebbero l’obbligo.

Lo ha annunciato lo stesso tennista sui social media, spiegando di avere avuto un’esenzione medica: “Mi sto dirigendo nel Down Under con un permesso di esenzione. Andiamo 2022!”.

La polemica, però, è servita. Djokovic, 34 anni, infatti, si è sempre rifiutato di rilevare il suo stato di vaccinazione anti Covid-19 e aveva affermato di non essere sicuro di partecipare al Grande Slam a causa delle preoccupazioni sulle regole di quarantena australiane.

Tuttavia, l’assenza di Djokovic al torneo, vincitore degli Australian Open per tre volte, sarebbe stata un duro colpo per gli organizzatori e così è arrivata l’esenzione che gli permetterà di entrare in tabellone.

Però, c’è chi ha fatto notare che la tennista russa Natalia Vikhlyantseva, vaccinata con Sputnik, abbia dovuto rinunciare per via del fatto che il siero russo non è attualmente riconosciuto in Australia. Al serbo, però, è consentito di partecipare pur senza copertura vaccinale.

Sulla vicenda è intervenuto anche Massimo Clementi, virologo, docente all’Università Vita – Salute San Raffaele che su Facebook ha scritto: “Qualcuno di voi ha capito perché Djokovic è stato esentato dalla vaccinazione per partecipare agli Australian open, mentre gli altri concorrenti si devono vaccinare? Io no. Ha pagato per essere esentato? Ce lo dicano i simpatici australiani. Ha motivi medici per non vaccinarsi? Ce lo dicano i simpatici australiani”.

“Posso dire – ha aggiunto l’esperto – che mi sembra una brutta storia? Questo arrogante che è stato un grande campione ma ora non lo è più (soprattutto è un uomo modesto se si dimostrerà he ricorre a piccoli trucchi per avere privilegi) dovrebbe essere squalificato”.

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