Spending review, tagli agli sprechi, tirare la cinghia. Espressioni spesso ripetute dagli esponenti politici nazionali, ma ‘valide’ solo per il popolo, dal momento che per i nostri amministratori le cose continuano ad andare bene. Ancora una casta di privilegiati che guadagna molto, anzi, in maniera spropositata.

A fare i conti in tasca a deputati e senatori è il quotidiano Libero che confronta le dichiarazioni dei redditi del 2014 e del 2015. La classifica è provvisoria, perché tra Camera, Senato e governo mancano ancora una cinquantina di dichiarazioni, ma i dati già disponibili consentono di rintracciare non pochi Paperoni.

A passarsela decisamente meglio di tutti è il senatore a vita ed ex premier Mario Monti, che da quando non è più alla guida del governo ha visto triplicarsi il suo reddito, passando dai 288mila e 896 euro del 2014 a 775mila e 552 euro del 2014, con un aumento percentuale del 168,44%.

Al secondo posto il tesoriere e deputato del Pd Francesco Bonifazi, il cui reddito è aumentato del 66,76%, passando dai 174mila e 580 euro del 2014 ai 291mila e 140 euro del 2015.

Ma il reddito lievitato di Monti è meno di un terzo di quello del parlamentare che nella classifica – precisiamo ancora provvisoria – risulta il più ricco di tutti: si tratta di Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia, che nel governo Renzi ha visto lievitare i suoi redditi – come altri 180 parlamentari – del 12,96%, passando dai 3,48 ai 3,93 milioni di euro complessivi.

Più soldi in tasca anche per Nicolò Ghedini, l’avvocato di Berlusconi, il cui reddito è salito del 6,76% arrivando a 2,46 milioni di euro.

Terzo posto per un altro berlusconiano, il senatore azzurro Alfredo Messina, storico direttore finanziario del gruppo Fininvest, che ha una dichiarazione dei redditi di 1,63 milioni di euro.

A seguire l’industriale Alberto Bombassei, eletto tra le file di Scelta Civica, con un reddito di 1,5 milioni di euro (in flessione però rispetto all’anno precedente, quando aveva dichiarato 2,95 milioni di euro).

Meno soldi anche per il senatore a vita e celebre architetto Renzo Piano, che guadagna 1,36 milioni di euro.
Altro milionario è il senatore berlusconiano del gruppo Fininvest Salvatore Sciascia, i cui redditi si abbassano dello 0,67% e arriva a 1,03 milioni di euro.

A seguire in classifica Monti il senatore a Vita ed ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, con 695mila e 545 euro provenienti in gran parte della lauta pensione di ex governatore della Banca d’Italia , e poi ancora, un altro avvocato di Berlusconi, Piero Longo, con 597mila e 741 euro (con una diminuzione dei redditi del 34,16%); al decimo posto un altro senatore azzurro, l’imprenditore alberghiero Bernabò Brocca.

Viene inoltre svelato per la prima volta il reddito di Giorgio Napolitano: nel 2015 dichiara 261mila e 919 euro, con una flessione del 14% rispetto a quanto dichiarato nel 2014, ovvero 304mila e 916 euro.
Entrambe le cifre però sono nettamente superiori a quei 239mila e 181 euro lordi che Napolitano disse di guadagnare da presidente della Repubblica, specificando di non percepire alcun vitalizio.

Buoni i redditi per altri due autorevoli esponenti politici: la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, ha visto crescere il proprio reddito del 19,99% arrivando con il governo Renzi a 138mila e 486 euro. Più soldi – con un aumento dell’11,99% anche per il presidente del Senato, Piero Grasso, che percependo la pensione da ex magistrato arriva a 354mila e 487 euro.

Cpn il governo Renzi, 18 ministri e sottosegretari sono diventati più ricchi: i migliori risultati per Ivan Scalfarotto (+32,91%), seguito da Paolo Gentiloni (+31,78%) e da Umberto Del Basse De Caro (+31,29%).

A lievitare anche i redditi di Angelino Alfano (+19,42%), lo stesso Renzi (+10,24%), Marianna Madia (+1,35%), Roberta Pinotti (+0,57%).

Ad avere guadagnato di meno nell’era Renzi Maria Elena Boschi (-5,88%), Stefania Giannini (-6,47%), Maurizio Martina (-15,45%), Dario Franceschini (-17,87%), Andrea Orlando (-20,23%), Giuliano Poletti (-35,37%), Federica Guidi (-60,63%) e Carlo Calenda (-72,92%).

A diventare ‘poveri’ recentemente anche Maurizio Lupi (-45,66%), Massimo Mucchetti (-51,42%), Arcangelo Sannicandro (-61,48%), Franco Carraro (-72,92%). Maglia nera in assoluto a Yoram Gutgeld, commissario della spending review il cui reddito è decisamente crollato, passando da 3,23 milioni di euro ad appena 101mila e 379 euro.