Il Tribunale di Milano ha decretato la liquidazione giudiziale di Ki Group Holding Spa, segnando il terzo fallimento in un anno per le società un tempo guidate dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè e dall’ex compagno Giovanni Canio Mazzaro.

La sentenza, depositata il 5 giugno, arriva dopo i crac di Ki Group Srl (gennaio 2024) e Bioera Spa (dicembre 2024). La decisione, supportata dalla Procura di Milano e dall’Agenzia delle Entrate, apre la strada a possibili nuove indagini per bancarotta a carico di amministratori ed ex amministratori.

Debiti milionari e promesse non mantenute

La sentenza del Tribunale, firmata dai giudici Laura De Simone, Luisa Vasile e Francesco Pipicelli, descrive una situazione finanziaria insostenibile per Ki Group Holding Spa. La società ha accumulato “debiti erariali e previdenziali di circa 1,4 milioni di euro” a partire da ottobre 2020, con un “patrimonio netto negativo” di oltre 6,5 milioni di euro al 28 febbraio 2025. Inoltre, i giudici hanno rilevato “l’esito negativo dei pignoramenti di crediti presso terzi tentati” dall’Agenzia delle Entrate, che vanta crediti per oltre 400.000 euro. La holding non ha presentato né un piano di concordato né proposte di ristrutturazione, nonostante avesse richiesto un concordato in bianco a dicembre 2024, promettendo un piano di salvataggio entro 60 giorni. “Non sono stati presentati né la proposta, né il piano di concordato, né il ricorso per omologa dell’accordo di ristrutturazione o altro strumento di regolazione della crisi”, scrivono i giudici, sancendo l’incapacità dell’impresa di far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni.

La pressione della Procura e dell’Agenzia delle Entrate

La Procura di Milano, guidata dal procuratore Marcello Viola e dal pool di pm coordinato dall’aggiunto Roberto Pellicano, ha spinto per la liquidazione giudiziale. I pm Marina Gravina e Luigi Luzi, già titolari delle indagini sulle ex società di Santanchè come Visibilia, hanno ritenuto inammissibile il concordato in bianco, denunciando l’assenza di garanzie concrete per il rilancio aziendale. L’Agenzia delle Entrate ha rafforzato la richiesta, evidenziando i debiti fiscali e l’inefficacia dei tentativi di recupero crediti. Come curatore fallimentare è stato nominato Marco Garegnani, incaricato di redigere una relazione che sarà depositata anche alla Procura, aprendo potenzialmente nuovi fronti penali.

Un passato di promesse e difficoltà finanziarie

Ki Group Holding Spa aveva annunciato a dicembre 2024 l’intenzione di presentare un piano di salvataggio, sostenendo di avere il supporto di un investitore per risanare i conti. Tuttavia, il termine concesso dai giudici, prorogato fino al 22 aprile 2025, è scaduto senza che venissero depositate proposte concrete. Questo fallimento segue una traiettoria simile a quella di Ki Group Srl e Bioera Spa, entrambe colpite da liquidazioni giudiziali negli ultimi 18 mesi. Tra i principali creditori figurano il fallimento di Bionature, società del settore alimentare un tempo parte di Bioera, e quello di Penta Trasporti, anch’esso legato al gruppo.

Le implicazioni giudiziarie per Daniela Santanchè

La ministra del Turismo, già indagata per bancarotta in relazione al fallimento di Ki Group Srl, rischia ora accuse simili per i crac di Bioera Spa e Ki Group Holding Spa. Daniela Santanchè, che ha guidato il gruppo bio-food fino al 2022, è già sotto processo per falso in bilancio e potrebbe affrontare un ulteriore rinvio a giudizio per truffa aggravata all’Inps in due filoni distinti legati al caso Visibilia. Tuttavia, una precedente accusa di bancarotta legata a Visibilia Editore Spa è stata archiviata, poiché la società è stata salvata dal fallimento ed è finita in amministrazione giudiziaria. La Procura di Milano sta ora valutando l’ipotesi di accorpare le indagini in un unico maxi-fascicolo, aumentando la pressione giudiziaria sulla senatrice di Fratelli d’Italia.

Un gruppo bio-food in crisi profonda

Il gruppo bio-food, un tempo fiore all’occhiello di Santanchè e Mazzaro, è stato travolto da difficoltà finanziarie che ne hanno minato la stabilità. Ki Group Srl, fallita a gennaio 2024, presentava un passivo di oltre 8,6 milioni di euro, con un bilancio 2021 che riportava una perdita di esercizio di 11,8 milioni di euro e un patrimonio netto negativo di 9,6 milioni. Bioera Spa, liquidata a dicembre 2024, aveva un “buco” di circa 8 milioni di euro, secondo la relazione del commissario. Ki Group Holding Spa, con un patrimonio netto negativo di 6,56 milioni di euro al 31 dicembre 2023 e una perdita di esercizio di 1,3 milioni, rappresenta l’ultimo tassello di una crisi sistemica.