«Noi Sindaci, fin dall’inizio di questa emergenza, abbiamo garantito collaborazione al Governo con senso di responsabilità e in un sincero spirito di solidarietà tra istituzioni, che riteniamo doveroso. Oggi, confermando la nostra leale collaborazione, rivendichiamo alcune misure che riteniamo indispensabili per avviare la fase due, per una ripartenza vera, che non lasci indietro nessuno. E lo facciamo con la nostra abituale concretezza».
Così si legge nella lettera che i sindaci hanno inviato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte con allegate le proposte per la fase due dell’emergenza coronavirus. La lettera è firmata a nome di tutti i primi cittadini dai sindaci dei comuni capoluogo di città metropolitana a partire dal presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, firmata assieme ai primi cittadini di Firenze, Dario Nardella (coordinatore dei sindaci metropolitani), di Bologna, Virginio Merola, di Cagliari, Paolo Truzzu, di Catania, Salvatore Pogliese, di Genova, Marco Bucci, di Milano, Giuseppe Sala, di Napoli, Luigi de Magistris, di Palermo, Leoluca Orlando, di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, di Roma, Virginia Raggi, di Torino, Chiara Appendino, e di Venezia, Luigi Brugnaro.
«Ripartire con gradualità secondo regole certe e chiare e misure attuabili si deve ed è possibile – si legge nella missiva – Servono linee guida nazionali sui vari ambiti e settori. Serve definirle ed avere il tempo congruo per prepararsi. Serve più di tutto massima chiarezza e condivisione fra i vari livelli di governo-Comuni-Regioni-Stato su chi fa che cosa e con quali risorse».
E ancora: «Conoscere prima del 4 maggio l’elenco delle attività che riaprono per adottare le misure necessarie in materia di mobilità e trasporto, per la regolazione degli orari degli uffici e degli esercizi, per regolare il corretto utilizzo da parte dei cittadini degli spazi pubblici (parchi, aree attrezzate, giardini, età)», poi «dare indicazioni chiare e inequivoche sul corretto utilizzo delle mascherine alla popolazione e ai lavoratori, assicurando disponibilità nelle farmacie ad un prezzo fisso calmierato, coinvolgere direttamente i Comuni nella definizione delle misure e delle regole necessarie per una riapertura delle scuole in piena sicurezza per i bambini e i ragazzi».
I sindaci hanno chiesto «le eventuali risorse assegnate alle Regioni, oltre a quelle già attribuite con precedenti provvedimenti, siano vincolate ad attività strettamente legate all’emergenza quali acquisto dpi per servizi essenziali e per popolazione, sanificazione uffici pubblici e spazi città, assistenza socio-sanitaria» e di «migliorare il coordinamento delle misure di sostegno economico per i numerosi settori produttivi colpiti duramente dall’emergenza in modo da assicurare a tutti liquidita in tempi rapidi ed effettivo sostegno con particolare attenzione al settore turistico e balneare».
Nella missiva si legge anche la richiesta dei sindaci di «assicurare ai Comuni e alle Città metropolitane risorse congrue per la spesa corrente alla luce della imponente riduzione di gettito fiscale, con particolare riferimento all’azzeramento dell’imposta di soggiorno, dell’imposta di occupazione del suolo pubblico e alla forte riduzione della Tari».
I sindaci hanno poi chiesto al governo l’integrale «sostegno finanziario al trasporto pubblico locale, inclusi i minori ricavi da perdita della bigliettazione e incentivi sulla micro mobilità elettrica, semplificazioni per la realizzazione di piste ciclabili», nonché il rifinanziamento dei «cosiddetti buoni spesa già erogati dai Comuni e assegnare ai Sindaci un plafond di risorse per il sostegno al reddito strettamente legato agli effetti sociali ed economici dell’emergenza. Prevedere strumenti normativi e finanziari per il sostegno agli affitti commerciali e domestici».
Poi, «vista la difficile situazione in cui si trovano moltissimi cittadini a causa dello stop imposto alle loro attività o a quelle di cui sono dipendenti, i sindaci chiedono ache il Governo assicuri ai Comuni e alle Città metropolitane risorse congrue per la spesa corrente alla luce della imponente riduzione di gettito fiscale, con particolare riferimento all’azzeramento dell’imposta di soggiorno, dell’imposta di occupazione del suolo pubblico e alla forte riduzione della Tari».
Inifne, i sindaci hanon chiesto all’Esecutivo di «prevedere che nell’ambito della liquidità che sarà resa disponibile dall’Ue all’Italia con gli strumenti finanziari straordinari una quota parte sia assegnata ai Comuni e alle Città metropolitane».
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