Le polemiche sul Fertility Day continuano. La campagna, tra slogan discutibili e locandine accusate di razzismo, si è rivelata un boomerang per il ministero della Salute guidato da Beatrice Lorenzin.

Qualcosa è andato storto. E bisogna rifare tutto da capo. La Lorenzin, intervenuta nel corso della trasmissione “Otto e Mezzo” di Lilli Gruber, ha ribadito, in merito alla locandina ‘incriminata’, che lei stessa aveva approvato e vidimato un’immagine diversa da quella diffusa, ha detto, a sua insaputa.

Insomma, chi doveva comunicare questa campagna di comunicazione, scusate il gioco di parole, lo ha fatto decisamente male, sia all’interno che all’esterno del ministero.

Lorenzin ha poi lanciato il suo appello, cercando di smontare anche le polemiche su quel ‘fertility’ anglosassone scelto per una campagna rivolta agli italiani.

“Non potevamo chiamarla giornata della salute riproduttiva – ha detto -. Chiediamo alle teste dei buoni creativi di aiutarci possibilmente a titolo gratuito perché, sa, dobbiamo far quadrare i conti del nostro bilancio, a trovare una nuova denominazione a questa campagna“.

Il primo, contestato, Fertility Day si è tenuto il 22 settembre. Contemporaneamente, in decine di piazze italiane, si è svolta la contro-manifestazione Fertility-Fake. 

LEGGI ANCHE

Catania, il medico del ‘Fertility Day’: “Gravidanza in età avanzata è un rischio, il resto è problema sociale”

 

Articoli correlati