Sparare ai cittadini che violano le misure restrittive per contenere l’epidemia di coronavirus. È questo l’ordine impartito da Rodrigo Duterte, presidente delle Filippine, alla polizia. Lo riporta il Guardian, magazine britannico.

La minaccia è conseguente anche all’arresto di 21 persone che, a Quezon City, sull’isola di Luzon, sono scesi in piazza per una protesta definita ‘non autorizzata’ dalle forze d’ordine ma secondo alcuni media locali quella gente avrebbe manifestato anche per avere del cibo. A tal proposito, però, Duterte ha chiesto ai propri concittatini di attendere l’assistenza governativa, spiegando che «anche se in ritardo, arriverà e nessuno morirà di fame».

Duterte ha comunicato la decisione in un discorso televisivo trasmesso ieri sera, mercoledì 1 aprile, mentre il Paese conta 96 morti e 2.311 casi confermati di contagio.  Il leader filippino ha anche colto l’occasione per spiegare che qualsiasi maltrattamento ai danni del personale medico è un crimine grave che non sarà tollerato.

Metodi estremi, insomma, gli stessi già adottati per stroncare il traffico di droga in Filippine. Una vera e propria guerra condotta da Duterte che ha già causato migliaia di vittime. E ora la decisione di applicare la mano pesante con chi viola la quarantena, sperando nell’effetto deterrente.