Tensione a Mondragone, in provincia di Caserta, dove sono arrivati a 43 i casi di positività al Covid-19 riscontrati in un unico complesso residenziale, i Palazzi ex Cirio.
In larga parte si trattano di cittadini bulgari, residenti in 4 dei 5 palazzoni dell’area divenuti ‘off limits’ da lunedì scorso, 22 giugno, in seguito a un’ordinanza della Regione Campania.
Il primo caso risale a sabato 20 giugno quando una donna bulgara si è recata all’ospedale di Sessa Aurunca per partorire ma è risultata positiva al Covid-19. Dopodiché c’è stato il riscontro di altri casi che hanno spinto il governatore Vincenzo De Luca a istituire una zona rossa che comprende i 5 edifici dell’area Cirio, all’interno del quale ci sono 300 italiani e quasi 200 cittadini di altri Paesi, tra cui i già citati bulgari, ma anche ucraini, tunisini, russi, rumeni, polacchi e moldavi. I casi positivi, però, riguardano la comunità bulgara con l’eccezione di 3 italiani.
Durante la giornata si sono registrati momenti di tensione. La zona rossa, infatti, è stata forzata da un gruppo di bulgari, provocando l’intervento delle forze dell’ordine che presidiano i varchi.
Un bulgaro ha anche lanciato una sedia dal balcone e gli italiani hanno risposto lanciando pietre e sfondando i finestrini delle auto dei bulgari parcheggiate. Si è radunata anche una folla che accusa la polizia di «essere stata troppo permissiva coi bulgari».
Il governatore De Luca ha annunciato l’arrivo di un contigente dell’Esercito dopo un colloquio con il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
Il sindaco di Mondragone, Virgilio Pacifico, ha raccontato di avere assistito «personalmente ad un inaccettabile atto di insubordinazione di oltre 50 cittadini, stranieri e non, i quali uscendo dalle rispettive abitazioni e violando di fatto il cordone sanitario, hanno creato paura nella cittadinanza, che ha dovuto assistere all’impotenza delle poche forze dell’ordine presenti. Al prefetto chiedo di adottare ogni misura al fine di ripristinare la legalità».
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